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“Vogliono stravolgere il contratto di soccida”


E’ in discussione in questi giorni alla Commissione Agricoltura della Camera una proposta di legge che prevede una serie di disposizioni per lo sviluppo di nuove forme contrattuali nelle filiere agroindustriali e, in particolare, alcune modifiche del contratto di soccida.
La proposta andrebbe a stravolgere la natura originaria della soccida, modificando le regole che la contraddistinguono e facendo venir meno un contratto agrario centenario, valido per la quasi totalità degli allevamenti avicoli e per buona parte di quelli suinicoli da ingrasso. Il contratto di soccida prevede una collaborazione economica tra colui che dispone del bestiame (soccidante) e chi deve allevarlo (soccidario), i quali ripartiscono poi tra di loro gli accrescimenti, secondo le proporzioni stabilite dal contratto.
Tra i punti più discussi della nuova proposta c’è l’introduzione di un guadagno minimo per il soccidario, pari al 30% delle spese sostenute,
con il rischio di ridurre quest’ultimo a mero prestatore d’opera, nonché l’applicazione di un coefficiente di redditività del 20% sui
ricavi conseguiti dal medesimo soccidario, con duplicazione d’imposta, tenuto conto che la tassazione dell’azienda agricola si basa sul reddito agrario. “Con la pretesa di riequilibrare rapporti che tradizionalmente sono regolati dalle parti secondo reciproche logiche e convenienze – ha commentato Oreste Massimino, presidente della Federazione nazionale avicola di Confagricoltura e presidente di Confagricoltura Cuneo – la proposta di legge stravolge un istituto giuridico fondamentale, che ha consentito al settore zootecnico di sopravvivere a situazioni di crisi. Noi difendiamo il contratto di soccida e, anzi, ci stiamo confrontando con la Regione Piemonte affinché i soccidari possano accedere ai futuri bandi del Psr, dal quale erano esclusi nelle scorse programmazioni, privando così il settore dell’allevamento della possibilità di usufruire di finanziamenti per gli investimenti”.