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Il prezzo medio dei suini grassi risale ai valori del 2017, buone le prospettive per il fine anno


L’impennata del prezzo dei suini da macello ha raggiunto livelli molto alti, l’ultima Commissione di ottobre, che quotava per la prima settimana di novembre, ha fissato il prezzo dei suini di 160-176 kg a euro 1,770/kg. Solo nel 2017 vennero superate queste quotazioni. Nel giro di quattro mesi il prezzo è salito del 32%.

DINAMICA PREZZI

Sarebbe un errore cadere in atteggiamenti di euforia. Infatti se la dinamica prezzi la esaminiamo in modo più complessivo i risultati sono meno soddisfacenti. Il prezzo medio dei suini da macello dei primi dieci mesi del 2019 è pari a euro 1,399/kg, valore nettamente inferiore al prezzo del medesimo periodo del 2018 quando registrava un prezzo medio di euro 1,516, +7,71% e ancora di più se il confronto lo facciamo con il 2017, prezzo medio di euro 1,665, + 19,01% rispetto al prezzo medio di quest’anno. Il valore di euro 1,399/kg si avvicina al punto di pareggio per l’allevamento. Quindi non si avanza ancora nulla.

QUOTAZIONI EUROPEE

Per i Paesi maggiori produttori di suini in Europa l’anno 2019 passerà alla storia per quotazioni che mai si erano viste. In Olanda la carcasse di suino leggere hanno superato il valore di 1,70/kg, in Germania hanno superato 1,80 euro/kg.

Ma vediamo le quotazioni medie dei primi nove mesi con le differenze rispetto all’anno 2018: Paesi Bassi +19,62%, Danimarca +18,55%, Germania +16,46%, Francia + 18,98% e Spagna (quota il suino leggero a peso vivo) +13,87%.

La quotazione del suino pesante italiano nei primi nove mesi evidenzia invece una diminuzione del 9,25%.

E’ un andamento anomalo che consentirà ai suinicoltori dei principali paesi produttori di fare bilanci molto positivi e investire in innovazione e sviluppo delle produzioni. Il settore allevamento italiano rischia, invece, di perdere altro terreno rispetto ai suoi principali concorrenti.

PRODUZIONE DI SUINI

Nelle prime 43 settimane dell’anno 2019 (circa dieci mesi) le macellazioni in Italia di suini pesanti appartenenti al circuito Parma-San Daniele, evidenziano un incremento del 4,85%. Si è passati infatti dalla macellazione di 5.997.248 suini delle prime 43 settimane del 2018 alla macellazione di 6.288.236 suini nel medesimo periodo 2019. (Elaborazione BMTI su dati Mipaaf).

A livello europeo i dati Eurostat riguardanti le macellazioni dei primi sei mesi 2019, evidenziano una contrazione del numero di capi macellati del 1,3%.

SCAMBI CON L’ESTERO

L’export di carni suine (fresche, congelate e lavorate) dell’Unione Europea verso i Paesi extra UE nel corso dei primi sette mesi dell’anno 2019 è incrementato del 15,65%, rispetto al 2018. Vale a dire 2.595.954 tonnellate, contro le 2.244.630 tonnellate del 2018. Si va verso il record assoluto dell’export europeo verso i Paesi extra UE. A trascinare la situazione la Cina, la quale dopo il calo delle esportazioni del 2018, quest’anno sta viaggiando a livelli record. Nei primi sette mesi 2019 l’incremento delle vendite alla Cina è del 44,9%. La Cina è di gran lunga il principale importatore di carni suine dall’Unione Europea.

ANDAMENTO CONSUMI

I consumi domestici di carni suine in Italia sono in calo, come anche il comparto salumi. Nei primi otto mesi del 2019 i consumi di carni fresche segnano una diminuzione del -2,6%, mentre il comparto salumi arretra dell -0,2%, tra questi i prosciutti crudi -1,5%. Migliori sono i risultati del valore dei prodotti: carni fresche -0,9% e salumi +1,2%, solo perché i prezzi sono saliti.

PARMA E SAN DANIELE

Il 22 ottobre, presso il Consorzio Agrario di Cremona, si è tenuto l’incontro rivolto ai suinicoltori del Nord Italia per illustrare le modifiche ai disciplinari di produzione delle Dop Prosciutto di Parma e San Daniele, recentemente approvate dal Consorzio di tutela, e fare il punto sulla filiera.
I correttivi apportati alle due Dop sono finalizzati a migliorare la tracciabilità dal suino allevato fino alla coscia, per contrastare le pratiche sleali emerse dalle indagini delle Procure, con danno al consumatore e agli altri allevatori, che hanno portato al sequestro di un milione di cosce.
Nel complesso le modifiche, che intervengono su tutta la filiera, puntano ad un miglioramento della qualità del prodotto, per differenziarlo maggiormente dai concorrenti esteri o di bassa qualità. In particolare riguarderanno: la genetica suini con lista positiva che verrà stilata secondo le disposizioni del Ministero, l’alimentazione, l’allargamento al Friuli-Venezia Giulia dell’area produzione dei suini del Parma, il peso dei suini con inserimento del parametro del peso morto della singola carcassa (anziché peso medio di suini vivi per partita), il peso delle cosce fresche.
L’iter di approvazione delle modifiche ai due disciplinari dovrebbe completarsi tra fine 2020 e inizio 2021, mentre da gennaio 2020 scatteranno i nuovi piani dei controlli, che però si baseranno ancora sugli attuali disciplinari.

BUONE PROSPETTIVE

I fondamentali fanno bene sperare per il futuro delle quotazioni: produzione in diminuzione, export in forte rialzo e consumi in leggero calo. Se l’esportazione tiene questi livelli dobbiamo attenderci un andamento positivo delle quotazioni. Il fattore critico sono i consumi sui quali occorrerebbe sviluppare importanti azioni di comunicazione e di educazione al consumo. Purtroppo la filiera è sbrindellata e non riesce ad esprimere azioni comuni e forti di comunicazioni.

USA E CINA

La forte minaccia che incombe su questa situazione è la ipotizzabile “pace commerciale” tra Usa e Cina. Tale eventualità cambierebbe radicalmente l’attuale equilibrio di mercato a livello mondiale con probabili effetti negativi sul mercato europeo.

 

Giovanni Battista Testa (da “L’Imprenditore Agricolo”)