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Vogliamo l’etichettatura anche per i succhi di frutta


Dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio: sono le voci “anonime” che rappresentano ancora un quarto della spesa alimentare delle famiglie italiane, sulle quali vi è il massimo impegno di Coldiretti per ottenere l’etichetta che indica l’origine.

Un modo concreto per dare la possibilità ai consumatori di scegliere la qualità e la genuinità e salvaguardare le produzioni d’eccellenza del Paese, dopo che nell’autorevole appuntamento annuale dell’agroalimentare Made in Italy al Forum di Cernobbio,è stata annunciata – dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – l’emanazione del decreto per l’etichetta dei derivati del pomodoro, come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Una produzione presente anche nel nostro territorio, in particolare nell’area del Saviglianese.

“Un passo importante, fortemente sollecitato da Coldiretti – spiegano Delia Revelli, presidente e Tino Arosio, direttore della Federazione provinciale – di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve di frutta o le marmellate per il miele ma non per il pane”.

Il nostro Paese leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale. Un’esigenza anche dinanzi a rischi alimentari in una situazione in cui sono stati 2.925 gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256) e dall’India (194).

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004.

L’Italia ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

“A livello comunitario – continuano i vertici di Coldiretti Cuneo – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Da aprile è in vigore l’etichettatura d’origine per latte e derivati, mentre il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine per il riso e il grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda”.