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Vino zuccherato “Scrivetelo sull’etichetta”


L’abolizione del sostegno delle sovvenzioni al mosto concentrato sta creando discriminazioni inaccettabili tra i produttori europei: in alcuni Paesi europei è consentito usare il saccarosio per aumentare la gradazione alcolica del vino, in altri Paesi, tra cui l’Italia, non è consentito e si deve usare il mosto concentrato rettificato. I mosti concentrati costano dieci volte in più rispetto al saccarosio e ciò si ripercuote sul prezzo del prodotto finale.

DANNEGGIATI I VINI ITALIANI
«Questa situazione danneggia inevitabilmente i nostri vini – osserva Gabriele Carenini, vice presidente Cia Piemonte -, con l’aggravante che il consumatore è del tutto inconsapevole dell’intera operazione: non esiste infatti alcun obbligo di etichettatura della pratica dello zuccheraggio, non solo per i vini del Nord Europa, dove l’aggiunta di zucchero è definita “tradizionale” (uno dei Paesi che fa maggior uso di zucchero per aumentare la gradazione dei vini è, ad esempio, la Germania dove nei vigneti c’è poco sole, dove la vendemmia avviene in tardo autunno o anche dopo, e l’uva spesso neppure è matura; senza lo zuccheraggio, si otterrebbero vinelli da 7/8 gradi alcolici), ma ora anche per quelli prodotti nella Francia meridionale, che fa parte della zona C, come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, dove l’aggiunta di zucchero non è tradizionale e dovrebbe essere consentita “eccezionalmente”, invece è diventata una pratica normale. Questi ultimi vini sono in diretta competizione con i vini italiani».

CONCORRENZA SLEALE
Poiché l’utilizzo del saccarosio determina una concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori, Carenini afferma che “è necessario introdurre alcuni basilari principi di trasparenza nel settore, riportando nell’etichetta dei vini la dizione ‘Sugar added’ qualora sia stato aggiunto saccarosio per aumentare il grado alcolico di quel vino”.
«Cambiando la regola e permettendo al consumatore di sapere che nel vino che sta per bere c’è una materia prima completamente estranea alla filiera dell’uva – conclude il vicepresidente della Cia Piemonte -, l’uso del saccarosio verrebbe scoraggiato e sarebbe ristabilita la leale concorrenza tra operatori di Paesi diversi».