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Vino, obbiettivo: libera circolazione delle merci


La Commissione Ue ha preso atto delle difficoltà che oggi caratterizzano le vendite a distanza di vino all’interno della Unione Europea e sta finalmente lavorando per individuare delle possibili soluzioni. Grazie alla azione di Coldiretti, si punta ora a dare la possibilità anche ai produttori di vino di beneficiare della “libera circolazione delle merci” e spedire direttamente il proprio vino ai consumatori europei.
Come è noto, il vino – in quanto bevanda alcolica – è assoggettato alla normativa accise. La detenzione e la circolazione di vino in ambito Ue è assoggettata alla direttiva 2008/118 del 16 dicembre 2008 che fissa le condizioni che acquirenti e speditori devono rispettare.
Attualmente, qualsiasi persona che acquista vino in uno Stato membro diverso dal suo deve essere registrato ed avere una autorizzazione che nel caso di acquirenti occasionali può avere carattere temporaneo. La circolazione del vino può avvenire in regime di sospensione dall’accisa ovvero in regime di accisa assolta ma in entrambi i casi sono previsti adempimenti burocratici che rendono disagevole e onerosa la vendita diretta al consumatore finale e impediscono la libera circolazione di piccoli quantitativi di vino. Inoltre per quanto riguarda la circolazione in regime sospensivo dal 1° gennaio 2011 tutte le transazioni devono essere svolte utilizzando documenti di accompagnamento elettronici (e-Ad).
Questo ha comportato ulteriori costi e maggiore burocrazia sia per i produttori che per gli acquirenti, specie quelli occasionali, determinando una considerevole riduzione delle vendite dirette di vino in ambito comunitario. Attualmente, solo l’acquisto di vino da parte di privati trasportato dal medesimo da uno Stato membro in un altro Stato membro usufruisce di una agevolazione (limite fissato in 90 litri di vino o 60 di spumante). Sin dall’entrata in vigore delle procedure telematiche, Coldiretti ha fortemente richiesto sia a livello nazionale che a livello Ue una revisione della normativa che possa facilitare la libera circolazione del vino in ambito Ue quando destinato al consumatore finale. Nei mesi scorsi, finalmente la problematica è stata presa in carico dalle autorità di Bruxelles che hanno attivato uno specifico gruppo di lavoro per analizzare la problematica ed individuare le possibili soluzioni.
La scorsa settimana a Bruxelles, in occasione di un incontro ad hoc, con i vertici europei di DG Agri e DG Taxud, si è fatto il punto della situazione. In quella sede, i rappresentanti della Commissione Ue pur confermando la conoscenza della problematica e la volontà di individuare delle soluzioni hanno sottolineato il lungo iter appena avviato e la difficoltà di arrivare ad una omogeneizzazione delle procedure all’interno della Ue.
Taluni paesi consumatori del nord Europa infatti pur essendo a favore della libera circolazione delle merci non vedono positivamente la vendita diretta di vino sollevando problematiche connesse con la garanzia del pagamento delle relative accise.
In occasione dell’incontro, Coldiretti ha ulteriormente rimarcato l’importanza delle vendite dirette – che di fatto oggi dirette non sono – per i produttori di vino e il rilevante incremento di costi e di burocrazia al quale oggi sono assoggettati.
Ma ha anche proposto due possibili soluzioni. La prima, di gran lunga la più semplice per i produttori di vino, consiste nel prevedere una assimilazione delle vendite a distanza (art. 36 della direttiva accise) all’acquisto da parte di privati (art. 32) nei limiti dei quantitativi già previsti. La seconda, invece, prevede l’istituzione di una nuova procedura, unica a livello Ue, semplificata e alternativa a quella ordinaria che consenta il pagamento anticipato da parte del produttore (o acquirente) dell’accisa dovuta nel paese di destinazione, evitando così gli obblighi di registrazione e garanzia nello stato membro di destinazione.