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Vignaioli piemontesi al Roppolo con l’assessore


Venerdì 22 novembre 2012, presso il castello di Roppolo, si è svolta la manifestazione “Piemonte Anteprima Vendemmia 2012”; l’annuale appuntamento organizzato da Regione Piemonte e Vignaioli Piemontesi per presentare i dati della vendemmia, dell’annata vitivinicola e per fare il punto sull’andamento di questo importante comparto dell’agricoltura e dell’economia piemontese.
Alla fine della manifestazione, questo il commento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto:
“Piemonte Anteprima Vendemmia è stata una bella e interessante iniziativa, per la ricchezza e certezza dei dati qualitativi e quantitativi della vendemmia 2012, per le relazioni e comunicazioni sullo stato del comparto vitivinicolo e per l’alto livello di partecipazione del mondo dei produttori anche nella discussione sviluppatasi.
La manifestazione ha confermato la forza e la vivacità del comparto vitivinicolo, ancor più comparato ad un contesto economico e sociale affetto da recessione e depressione.
Quella del 2012 è stata definita la vendemmia più scarsa, in quantità, del secolo. Un calo della produzione di vino che è, rispetto al 2011, del – 6% a livello mondiale, – 8% a livello Italia. In Piemonte, con circa 2,4 milioni di ettolitri, il calo è ancor più vistoso ( – 12% sul 2011).
Ma in generale il calo della produzione è una buona notizia. Lo è sicuramente per il Piemonte, interessato da sempre alla qualità e non alla quantità delle sue produzioni. Un calo che si aggiunge al fatto che finalmente il Piemonte, dopo decenni, non ha più quelle eccedenze strutturali di vini, che hanno sempre svilito i prezzi e mortificato i produttori.
Tale situazione ha avuto, infatti, effetti benefici sugli accordi interprofessionali e sulle trattative per i prezzi delle uve, con meno conflittualità e remunerazioni più adeguate e giuste per i produttori.
A fronte del calo della quantità, abbiamo un’annata viticola classificata tra l’ottima e l’eccellente. E ne godranno i nostri vini, prodotti tutti in colline e montagna, dove si perseguono, con disciplinare, basse rese per ettaro, proprio per esaltarne le qualità. Vini tutelati da ben 18 DOCG e 42 DOC, il più alto numero, anche in percentuale sul totale prodotto, tra le regioni.
I nostri vini, nella stagnazione dei consumi interni, confermano le loro straordinarie performance sui mercati esteri. In Piemonte l’export di “bevande” (voce statistica composta in gran parte da vini e distillati) nel 2011 è stato di circa 1,3 miliardi di euro, vale a dire circa un terzo dell’export agroalimentare piemontese e circa il 20% dell’export nazionale vini. Anche il primo semestre 2012 conferma l’andamento positivo con un incremento in valore del 7 % sul primo semestre 2011. All’estero va circa il 60% dei vini piemontesi, tra cui 66 milioni di bottiglie di Asti DOCG, 20 milioni di bottiglie di Moscato DOCG, 10 milioni di Barbera d’Asti DOCG, 8 milioni di Barolo DOCG, 2,5 milioni di Barbaresco DOCG, 9 milioni di bottiglie di Gavi DOCG, ecc. Vini che vanno in tutto il mondo e che sono diventati ambasciatori e simbolo delle qualità del Made in Italy e del Made in Piemonte.
Un sistema quello vitivinicolo di grande rilevanza economica e produttiva, sul quale abbiamo confermato l’impegno della Regione Piemonte per sostenerne gli sforzi e la vivacità; impegni sul fronte delle tutele e delle leggi e norme di riferimento e ancor più sul fronte finanziario. Pur nella critica situazione finanziaria sul comparto vitivinicolo la Regione ha dato attuazione al programma OCM vino, per un investimento, nel biennio 2012-2013, che è di 21 milioni di euro, di cui:
-10 milioni di euro sulla Promozione del vino nei Paesi Terzi;
-6 milioni di euro sulla Ristrutturazione e riconversione dei vigneti”;
-5 milioni di euro per investimenti produttivi e commerciali delle aziende e cantine;
-5 milioni di euro sulla promozione del vino in Italia e nei paesi UE.
Dunque, un grande impegno della Regione, in collaborazione con le altre istituzioni, rappresentanze professionali e mondo produttivo, per assicurare un futuro ai nostri produttori. E stiamo parlando, oltre a tutto quello che ruota attorno, di 20.000 aziende vitivinicole piemontesi, altrettante famiglie, che producono grandi vini: una grande risorsa economica e simbolo delle eccellenze piemontesi”.