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Vendemmia 2012, prezzi delle uve e stime di mercato


La vendemmia in Piemonte, si sa, è stata scarsa per quantità (meno 8%), complici un’annata siccitosa e la flavescenza dorata che ha decimato le viti, ma non certamente per qualità. Le uve raccolte sono sane e con una forte concentrazione zuccherina: la lunga siccità ha pressoché azzerato il problema dei parassiti e delle muffe. Dalle prime stime post vendemmia emerge che il calo dell’uva raccolta è stata più sensibile nel Monferrato che nelle Langhe.
“A compenso della minor produzione – rileva Roberto Ercole, presidente di Cia Piemonte – le quotazioni delle uve sono in netto rialzo. Stando al privilegiato osservatorio della Commissione prezzi della Camera di commercio di Asti, sono in aumento anche le quotazioni dei vini a seguito dell’esaurimento delle scorte delle annate precedenti.
Ma ecco alcuni dati: a far la parte del leone sono le uve tutelate dagli accordi interprofessionali (Moscato a 1,065 al chilo, Brachetto a 1,350, Pinot nero e chardonnay per lo spumante Alta Langa a 1,100). Ma ci sono anche prezzi ottimi per le uve Ruchè di Castagnole Monferrato (da un euro a 1,200). La Barbera d’Asti docg diradata e selezionata, nell’ultima settimana ha registrato una quotazione massima di 10 euro il miriagrammo, un euro e cinquanta in più rispetto all’inizio della vendemmia, il Piemonte Barbera doc è aumentato di 50 centesimi sia sul valore minimo che su quello massimo (0,750/0,800 al chilo). Va bene anche la piccola doc Cisterna con quotazioni da 0.900 a 1,100 al chilo,e il Grignolino si attesta tra 1,150 e 1,300”.
La vendemmia, insomma, tutto sommato, anche sul fronte dei prezzi, non è stata affatto quel disastro annunciato da alcuni profeti di sventura e rilanciato dai media.
“Proprio così, qualche esperto sostiene, forse non a torto, che è anche ora di finirla di parlare di buona o cattiva vendemmia, come avviene regolarmente ogni anno. E’ invece più corretto fare riferimento alle caratteristiche che ogni annata lascia sulle uve e dunque sul vino che si produrrà. La vendemmia 2012, visto l’andamento climatico di un’estate che ha portato alte temperature e pochissime piogge, lascerà senz’altro un suo “timbro” del tutto particolare.
I prossimi mesi ci diranno se il trend positivo dei prezzi dei vini sarà confermato, come è probabile, o meno. Non ci sono dubbi invece sull’importante ruolo che il comparto vitivinicolo rappresenta per la nostra Regione. Il Piemonte, sicuro dei risultati qualitativi che ha conseguito il comparto, sia per le capacità professionali degli imprenditori, sia per la varietà dei prodotti, deve ora pensare, innanzitutto, a come migliorare la commercializzazione dei propri vini per affrontare con successo le sfide del mercato globale”.
Resta il serio problema della crisi dei consumi in Italia. Quali le prospettive per il vino della nostra Regione?
“Se è innegabile che la crisi dei consumi interni di vino è un problema, è altrettanto sotto gli occhi di tutti che il vino di qualità è il prodotto più globale in assoluto. Se in Italia ci sono 60 milioni di abitanti, fuori c’è un mercato di alcuni miliardi di persone da conquistare. L’Europa, con più del 50% del valore delle esportazioni, ed i Paesi terzi, dove nei primi sei mesi del 2012 l’export è cresciuto in percentuale quasi tre volte l’Ue, sono ormai le destinazione prioritaria per il nostro vino.
Il Piemonte ha dalla sua parte un territorio unico e la qualità dei vini, che sono la base di partenza per affermarsi con successo sul mercato globale, ma per vendere meglio i nostri grandi vini servono anche una strategia di marketing attenta ed una comunicazione pianificata nei dettagli.
Le sfide del mercato globale impongono alle aziende un cambio di passo e l’attuazione di veri e propri percorsi strategici di lungo periodo, puntando in primo luogo sulle reti di impresa, anche fra denominazioni differenti, superando le divisioni e le mille piccole iniziative poco fruttuose. Ed è quello che in Piemonte spesso non si riesce a fare, perché manca una cabina di regia in grado di governare un comparto fortemente parcellizzato”