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Uve Moscato, manca la firma degli industriali


Nella complessa trattativa per prezzo e resa delle uve Moscato, lo scorso lunedì è approdata sul tavolo della Commissione paritetica, complice la mediazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, una bozza di accordo che è stata in linea di massima approvata da tutte le parti agricole, i cui punti fermi sono i seguenti: resa di 110 quintali ad ettaro, a cui si devono aggiungere altri 5 quintali di blocage/deblocage (la quota di riserva Docg da usare per soddisfare eventuali esigenze di mercato); prezzo delle uve 107 EURO al quintale. La parte industriale si è riservata di sottoscrivere la proposta.
L’aumento della resa delle uve destinate alla produzione di Asti e Moscato d’Asti docg, oltre i 100 quintali previsti dal disciplinare, è consentita in annate particolarmente favorevoli, come l’attuale. La Regione Piemonte, su proposta del Consorzio di Tutela, sentite le rappresentanze della filiera, in annate favorevoli, può aumentare sino ad un massimo del 20% la resa massima ad ettaro, fermo restando il limite massimo di 120 quintali ad ettaro oltre il quale non è consentito ulteriore supero.
“L’intesa è necessaria – ha ribadito Carlo Ricagni, direttore provinciale della Cia Alessandria, – per garantire lo sviluppo stabile di un comparto strategico che assicura percentuali di vendite eccellenti all’interno del portafoglio export della nostra Regione e per consentire alla filiera di affrontare con maggiore serenità le sfide future in un clima di concorrenza sempre più acceso e per tutelare un comparto che interessa 9 mila ettari di vigne e circa 4.500 aziende agricole, situate in 52 comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. La produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti docg è di oltre 100 milioni di bottiglie l’anno, per l’80% esportate”.