Sezioni


Uve Moscato, è urgente chiudere la trattativa


Agrinsieme Piemonte ha inviato all’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, una lettera con cui sollecita la conclusione dell’accordo 2014 per le uve Moscato.
Di seguito, il testo integrale del documento.

Egregio Assessore,
le Organizzazioni costituenti il coordinamento Agrinsieme Piemonte (CIA, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari), stante la particolare situazione che si sta verificando nel comparto del Moscato, sollecitano una rapida conclusione dell’accordo interprofessionale per la vendemmia 2014, con la sottoscrizione
dell’intesa da parte delle rappresentanze, sia agricole sia industriali, che hanno dichiarato di condividerne i contenuti
proposti e discussi nelle ultime riunioni della Commissione paritetica.
A questo riguardo, ribadiscono come sia anche indispensabile procedere alla verifica della effettiva rappresentatività dei diversi soggetti che compongono detta Commissione per poter determinare la validità del
sottoscrivendo accordo. Ciò anche in considerazione del fatto che alcuni organismi di rappresentanza si stanno attivando presso i produttori in un tentativo estremo di recuperare adesioni che ne accrescano il loro peso rappresentativo.
Per quanto attiene ai controlli in vigneto, già attualmente in corso e finalizzati all’acquisizione di dati incontrovertibili per la fissazione della resa, ribadiscono con non poca preoccupazione che tale iniziativa, seppur legittima e dovuta, dovrebbe tenere in considerazione il particolare momento economico e congiunturale di tutta la filiera del Moscato, non dimenticando che questo prodotto rappresenta per l’agricoltura del Sud Piemonte l’unica voce totalmente attiva nel bilancio delle aziende agricole. Qualsiasi iniziativa volta a danneggiare o a compromettere la possibilità per la filiera di raggiungere un accordo rappresenterebbe un precedente gravissimo che metterebbe seriamente a repentaglio il futuro di tutto il comparto.
Rammentano, infine, come in passato, allorché gli industriali hanno chiesto di avere maggiore prodotto e questo non è stato loro concesso, il mercato abbia subìto contraccolpi che hanno portato, negli anni successivi, alla decurtazione del reddito dei produttori agricoli anche del 40 per cento. Situazione deprecabile che, qualora dovesse
ripetersi, rappresenterebbe un fallimento per tutti i soggetti dalla filiera e un danno economico irreparabile per l’economia piemontese.