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Uva Brachetto raggiunto l’accordo


Mercoledì 9 settembre, grazie alla mediazione dell’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, è stato raggiunto l’accordo interprofessionale che regolerà il settore del Brachetto per i prossimi tre anni.
L’assessore Ferrero spiega: “Alla fine è prevalso il buon senso in tutte le componenti della Commissione che ha così trovato l’accordo interprofessionale. Questo è un accordo che guarda al futuro, che fa crescere le rese per avvicinarle il più possibile a quanto stabilito dal di­sciplinare di produzione”.
Per Carlo Ricagni, direttore della Cia di Alessandria, l’accordo è un buon punto di partenza: “La Cia ha deciso di sottoscrivere l’accordo per le novità che lo caratterizzano, novità determinate dalla coesione della parte agricola che ha operato bene all’interno del Tavolo di filiera. Le organizzazioni professionali, ognuna nella propria diversità, hanno dato un forte contributo all’ottenimento del risultato finale”.
Commenta Pierluigi Botto, presidente Assobrachetto: “Ritengo l’accordo positivo e prendiamo atto della svolta avvenuta. Le associazioni professionali hanno fatto squadra appoggiando la nostra proposta, accettata dagli industriali. Ringrazio quindi l’assessore Giorgio Ferrero, le Associazioni agricole che ci hanno sostenuto nella trattativa e anche la parte industriale, che ha capito che dare più respiro ai produttori significa assicurare un futuro anche a loro”.
Soddisfazione da parte dei viticoltori, come conferma Piero Trinchero, produttore e vicepresidente della Cia di Acqui Terme: “L’accordo di ieri, per come è stato strutturato, è un passo avanti molto positivo per noi produttori, specie per l’assenza delle trattenute. L’anno scorso, l’accordo era sembrato più vantaggioso per gli industriali, ora noi avremo maggiore redditività. Potrà definire un miglioramento economico del comparto, permettendo più certezza e regolarità in questo settore che era in declino”.
Conclude Ricagni: “Attorno al Tavolo, la ritrovata coesione del mondo agricolo potrà essere di buon auspicio per determinare un ricambio, necessario, negli organismi che individuano le linee strategiche del comparto del Brachetto”.

I punti dell’intesa.

La resa per le uve docg (Acqui) sale a 36 quintali per ettaro e quella della doc (Piemonte) a 42. Il prezzo per le uve docg è fissato ad un euro al chilogrammo, per il Piemonte a 0,86 euro al kg e per il supero a 0,40 euro sempre al kg. Nessuna trattenuta sarà a carico dei produttori che così potranno avere un reddito, garantito, per ogni ettaro di vigneto mediamente di 6.000 euro. L’accordo prevede anche che il supero, oltre i 36 quintali, che sarà sbloccato durante l’anno, continuerà ad essere pagato 0,40 euro al kg, ma lo stesso andrà a determinare la nuova resa produttiva per la vendemmia del 2016. Resta, invece, invariata, rispetto al passato la resa per chi vinifica e commercializza direttamente il vino. Infine le rese, stabilite di anno in anno, non potranno, per nessun motivo, diminuire nell’anno successivo ma solo crescere.