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Unesco, quando e perchè il patrimonio è agricolo


Il Castello di Barolo ha ospitato l’incontro dibattito organizzato da Coldiretti Cuneo sul tema “Agricoltura, Patrimonio dell’Umanità”: un’occasione unica, perché ha permesso di valutare con gli esperti del settore, a dialogo con gli amministratori regionali e locali, le nuove opportunità che a seguito del prestigioso riconoscimento si stanno delineando per il territorio, ma anche l’impatto che le nuove regole avranno sulle attività economiche e, in primis, sulle aziende agricole.
E’ stato un momento di confronto, molto partecipato, con la sala gremita e la partecipazione attiva dei sindaci, che sono intervenuti sottolineando anche le perplessità e i timori e chiedendo normative chiare e condivise per tutelare concretamente il territorio.
La domanda unanime, da parte dei sindaci e dalla platea dei viticoltori, scandita dagli applausi del pubblico, è stata quella di snellire le procedure burocratiche, perché si possa operare per la conservazione del territorio, senza bloccare con ulteriori disposizioni il grande impegno e il secolare lavoro che ha permesso questo ambito riconoscimento.
Il presidente di Coldiretti Cuneo, Delia Revelli ha aperto i lavori, esprimendo un invito agli assessorati competenti nel valutare le prescrizioni: “Il riconoscimento Unesco è il risultato del lavoro della comunità, i vigneti sono un’opera d’arte viva, esempio eccezionale dell’azione congiunta dell’uomo e dell’ambiente naturale, ed è fondamentale che le nostre imprese possano continuare a produrre le eccellenze, in quei vigneti che hanno reso questo territorio patrimonio dell’Umanità. E’ essenziale che le linee guida che vengono disposte per tutelare queste colline non vadano ad ostacolare il lavoro delle aziende”.
L’assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha sottolineato lo spirito collaborativo e la necessità di operare per creare regole condivise: “Lavoriamo insieme, perché qui non c’è una parte che deve scrivere le regole e una parte che le deve accettare, questo è un percorso di lavoro comune per salvaguardare un patrimonio, che abbiamo la responsabilità di tramandare ai nostri figlie e nipoti”.
Al direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano, le conclusioni del convegno: “Gli agricoltori sono orgogliosi di questo riconoscimento e la volontà è quella di partecipare attivamente nel costruire questa pagina che sarà il futuro del territorio premiato dall’Unesco. Siamo consapevoli che sono necessarie delle regole di buon senso per mantenere queste colline così come sono, ma ribadiamo che il riconoscimento è stato dato al territorio così com’è. Pertanto, le regole dovranno essere sostenibili, per preservare e se possibile, ancora migliorare, un patrimonio culturale, ambientale e agricolo, costruito dalle generazioni con molta fatica, che non deve essere disperso. Invitiamo i comuni a ragionare e a lavorare insieme, come oggi in questa sala, superando i campanilismi e ad adottare regole condivise per evitare una pianificazione differente tra territori confinanti”.