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Un ettaro di mais è in grado di “pulire” l’aria che respiriamo, assorbendo circa 500 chilogrammi di anidride carbonica


La superficie di 1 ettaro di mais, in grado di produrre dalle 14 alle 16 tonnellate di granella, garantisce l’assorbimento di circa 42 tonnellate di anidride carbonica all’anno. In un giorno di piena estate – in base agli studi condotti da Confagricoltura – un ettaro di mais è in grado di “pulire” l’aria che respiriamo, assorbendo circa 500 chilogrammi di CO₂, un quantitativo pari alle emissioni medie di una vettura che percorre 3.000 chilometri,  la distanza che separa Cuneo da Mosca.

L’agricoltura – ricorda il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiasvolge un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico, grazie alla sua straordinaria capacità di utilizzazione dell’anidride carbonica atmosferica per la produzione di alimenti”.

Anche altre coltivazioni agricole contribuiscono in modo fondamentale al sequestro dell’anidride carbonica atmosferica: un ettaro di frumento in grado di produrre 80 quintali di granella riesce ad assorbire 24 tonnellate annue di CO₂.

“In Piemonte – ricorda Confagricoltura – quest’anno si coltivano circa 139.000 ettari di mais (per la precisione 138.699) di cui: Torino 52.643, Cuneo 40.050, Alessandria 17.447, Vercelli 10.590, Asti 8.533, Novara 7.930, Biella 1.441 e Verbania 65. Complessivamente il mais coltivato in Piemonte nel 2019 garantisce l’assorbimento di 5,838 milioni di tonnellate di anidride carbonica.