Sezioni


Tutela animali selvatici il 1 marzo a Lombriasco


Parlando di animali selvatici non si può fare a meno di pensare ai documentari televisivi in cui si vedono bellissime immagini di splendidi animali che vivono in splendidi ambienti, grandi estensioni, grandi paesaggi, lontani dall’uomo e dalla civiltà.

Questo approccio è fondamentalmente corretto ma incompleto, perché anche negli ambienti più antropizzati i selvatici riescono ad adattarsi con un certo successo e a vivere brillantemente.
Questa fascia di animali selvatici non è facilmente visibile perché predilige le ore notturne e tende ad evitare ogni contatto con l’uomo.

Tuttavia qualche volta l’incontro c’è, e più che di un incontro si tratta di uno scontro, più precisamente di uno scontro stradale, in cui vengono coinvolti automezzi e animali selvatici, come: cinghiali, caprioli, tassi, volpi, ricci, volatili e tanti altri.

Gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello stato, pertanto in caso di incidente stradale o comunque in qualsiasi caso in cui si rinvenga un animale selvatico in difficoltà si deve intervenire e soccorrere con le dovute precauzioni.

Chiaramente per la cura di animali così particolari sono necessarie competenze e specializzazioni non alla portata di tutti e questa situazione di fatto a portato alla creazione dei CRAS centri di recupero animali selvatici.

Esiste una forte sensibilità ed un sincero interesse da parte dell’opinione pubblica nei confronti di questi animali, tant’è che quando uno di questi è in difficoltà scatta una gara di solidarietà che coinvolge gli enti più disparati: carabinieri, polizia stradale, polizia municipale, Corpo forestale dello Stato, 118, Croce rossa italiana, Vigili del fuoco, studi di veterinari privati.

Considerato però che tutti questi enti hanno altre competenze e non sempre hanno una preparazione specifica per la cura degli animali selvatici, la chiamata viene in via definitiva dirottata ai servizi veterinari delle ASL.

Generalmente queste situazioni si verificano con maggiore frequenza durante le ore notturne e, per qualche misterioso motivo, non facilmente spiegabile, nei giorni festivi; pertanto è spesso il servizio veterinario di reperibilità delle ASL che deve intervenire per cercare di risolvere le problematiche legate al soccorso di questi animali selvatici.

A grandi linee l’intervento consiste nel recupero e nell’invio dell’animale al CRAS competente per specie e per territorio. Per il trasporto generalmente si fa riferimento al Servizio Multizonale Veterinario che agisce a livello provinciale per le varie ASL.

Per gli animali più frequentemente coinvolti in incidenti stradali come per esempio i caprioli, le procedure di intervento sono ormai standardizzate, diverso è il caso in cui ci si trova davanti ad animali mai visti prima, circostanza non frequentissima, ma da non sottovalutare, nell’interesse dell’animale che deve essere curato e dell’operatore che non deve correre rischi legati alla non conoscenza dell’animale che si va a soccorrere.

Questo corso come finalità vuole fornire utili consigli per quelle specie che meno frequentemente sono interessate in queste situazioni.

Quindi si parlerà di ricci, animali molto schivi, dalle abitudini notturne. Si parlerà di pipistrelli, animali protetti di cui si sa poco, ma di cui si dovrebbe sapere di più visto che in altri continenti sono vettori della rabbia.
Si parlerà di rettili in genere, per conoscere le specie autoctone e saper riconoscere di conseguenza quelle esotiche che possono essere state abbandonate sul territorio.

Un capitolo interessantissimo è quello sui volatili, un campo vastissimo se si pensa alle numerosissime specie locali arricchito tra l’altro dalle specie migratorie, qui oltre alle cure si devono tenere in grande attenzione le precauzioni da prendere con i rapaci per non avere inconvenienti con i potenti artigli di cui questi volatili sono dotati.

Sono stati coinvolti in queste relazioni dei veri esperti, molto appassionati e gli argomenti trattati saranno sicuramente di grande interesse non solo per gli addetti ai lavori.

Questo ed altro sarà il tema di questo corso.
“Altro”. Cosa intendiamo per altro?

Si vuole affrontare un tema sicuramente delicato. Con la massima sensibilità ma anche il massimo rigore, si deve valutare fino a che punto si debbano proteggere specie animali selvatiche sfuggite ad ogni controllo numerico, prive di antagonisti il cui aumento indiscriminato porta annualmente a tantissimi incidenti stradali, a consistenti danni all’ambiente, ed a ingenti danni all’agricoltura.

Si deve pensare a quanti cinghiali e a quanti caprioli ci siano e quale impatto abbia sull’ambiente questo aumento indiscriminato di popolazione selvatica.

Poi si deve pensare a quale rischio le specie autoctone vengano sottoposte dall’ingresso di quelle alloctone invasive sul territorio.
Si tratta di vere e proprie “invasioni marziane”! Pensiamo alle nutrie, ai vari tipi di gamberi americani, alla vespa vellutina, alla tartaruga palustre americana, allo scoiattolo grigio americano.

Concentreremo l’attenzione sullo scoiattolo grigio americano ben sapendo che e solo la punta di un aisberg, e che se si vuole tutelare l’ambiente e le specie selvatiche locali un intervento umano per riequilibrare la situazione è ragionevolmente inevitabile.

In ogni caso tutte le opinioni saranno legittimamente esposte e grande spazio sarà dato per interventi e domande.
La cooperazione con i paesi in via di sviluppo da sempre riveste grande importanza per il raggiungimento di condizioni di vita accettabili per tutte quelle popolazioni che non hanno avuto accesso al benessere economico dei paesi occidentali. Tuttavia proporre modelli e stili di vita consumistici per i paesi africani ha comportato problematiche spesso anche peggiori e l’immigrazione che in questi anni c’è stata verso i paesi europei ne è la drammatica conferma.

Non esiste una facile soluzione ai complessi problemi che interessano un intero continente, ma sicuramente il tentativo di creare migliori condizioni di lavoro e di vita nei paesi africani in via di sviluppo è una valida iniziativa che dovrebbe essere estesa in tutte le aree critiche e che va ad inserirsi in quel lungo solco tracciato dalle Opere Missionarie in cui da sempre si sono distinte a pieno titolo le Case Missionarie Salesiane diffuse nel mondo.

Un buon lavoro in tal senso è quello svolto in questi anni dall’Università degli studi di Torino che
ha portato avanti piani di collaborazione e di sviluppo in questi paesi dalle difficili condizioni di vita. Questo corso rivolto ai veterinari, ma principalmente a tutte le persone sensibili a queste problematiche, vuole essere lo strumento per valutare lo stato dell’arte di questa iniziativa e lo strumento che fa conoscere a più larghe fasce di popolazione questa iniziativa di cooperazione e di sviluppo.

Aiutare ad affrontare meglio le problematiche agricole, zootecniche e sanitarie.
Collaborare per migliorare quello che c’è, piuttosto che proporre modelli di agricoltura e di allevamento adatti ai nostri climi ma poco efficaci per il continente Africa.
Da questo punto di vista diventa importante la pastorizia, la riproduzione animale per selezionare soggetti resistenti e produttivi per quei climi. Diventano importanti tutte le attività idonee a creare piccoli sistemi agricoli che fanno vivere meglio la gente limitando la fuga verso le grandi città.

Importante poi è il controllo delle malattie e delle parassitosi del bestiame, argomento veterinario in cui si deve anche valutare l’impatto dei medicinali, in particolare degli acaricidi per il contenimento delle zecche, per garantire sempre la sicurezza alimentare.

Tanti piccoli interventi mirati; tante idee per dare migliori prospettive di vita e di benessere; questo ed altro saranno i temi di questo corso, l’augurio è che da una migliore conoscenza del problema possano scaturire nuove idee per nuove soluzioni e nuovi lavori, in ogni caso una maggiore consapevolezza di realtà molto distanti dal nostro vivere quotidiano non può che essere utile per una migliore comprensione del momento storico che giornalmente stiamo vivendo.

Per approfondire le tematiche relative a questo importante argomento l’Istituto Tecnico Agrario “Don Bosco” di Lombriasco (TO) nell’ambito delle iniziative volte alla preparazione ed all’aggiornamento professionale dei Periti Agrari e di tutti i Tecnici operanti nel comparto agricolo, ha aderito all’iniziativa dell’Agripiemontevet, la quale organizza un convegno che si terrà a Lombriasco (TO) il 1 marzo 2017 alle ore 8,30 presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Agrario “Don Bosco”, in via San Giovanni Bosco n. 7 dal titolo “Tutela degli animali non convenzionali e tutela dell’equilibrio dell’ecosistema”.

MODALITA’ DI ISCRIZIONE
E DI PARTECIPAZIONE

L’iscrizione deve avvenire esclusivamente tramite il sito www.salesianilombriasco.it e la partecipazione all’evento comporta il pagamento della somma di Euro 10,00 per ogni partecipante. La suddetta quota, che potrà essere versata direttamente all’ingresso dell’Aula Magna, da diritto all’ingresso in sala e alla partecipazione al pranzo.

Per coloro che ne faranno richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione, il quale potrà essere utilizzato anche ai fini del riconoscimento dei crediti per la formazione continua degli Ordini professionali.