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Trump, quali effetti sull’agroalimentare italiano


Tra novembre 2015 e novembre 2016 negli States sono arrivati dal Belpaese 2,9 milioni di ettolitri di vino (+3,3% sullo stesso periodo 2014-2015), per un controvalore di 1,65 miliardi di dollari (+5,9%).

Il vino piemontese è particolarmente esposto verso gli Usa, cui destina circa il 30% del suo export.

Anche il food italiano vola negli Stati Uniti. Nel 2015 ha fiorato i 4 miliardi. Si stima che nel 2016 l’export di prodotti alimentari italiani verso gli Usa sia aumentato ancora di un 6%.

Trump ha annunciato che innalzerà un muro protezionistico attorno agli Stati Uniti, ha ventilato la fuoriuscita degli Stati Uniti dalla WTO ed ha intenzione di seppellire gli accordi multilaterali per tornare a quelli bilaterali con i singoli Paesi. Non é escluso che ci possano essere delle ricadute anche sul nostro export.

Non ci resta che rimanere in attesa delle prossime mosse di Trump… e sperare per il meglio.

Quello che non sempre viene colto è che gli Usa già oggi sono uno dei Paesi più protezionisti del mondo. L’importazione, commercializzazione e vendita di prodotti e specialità alimentari negli Stati Uniti é condizionata ai permessi di importazione, al pagamento di dazi, alla messa a norma dei prodotti o anche all’autorizzazione della FDA – Food and Drug Administration.
All’interno del settore alimentare esistono poi normative diverse per ciascuna categoria di prodotto, dalla carne ai latticini, dai vegetali agli olii ed ai cibi in scatola.

(Nella foto: Donald Trump)

(Fonte: Cia Piemonte)