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Trasporto vino, il Piemonte dice no al nuovo decreto!


Il Ministero dell’Agricoltura ha convocato recentemente a Roma le Regioni e i rappresentanti della filiera vitivinicola per un confronto sulla bozza del nuovo decreto che prevede modifiche normative in merito al trasporto di prodotti vitivinicoli.
Se allo stato attuale solo il prodotto sfuso necessita di documentazione vidimata precedentemente dal Comune (mentre il prodotto imbottigliato non richiede vidimazione della documentazione), il nuovo decreto prevede consistenti modifiche a partire dal mese di agosto 2013: anche per quanto concerne la movimentazione di prodotti vitivinicoli imbottigliati sarà obbligatoria la vidimazione delle carte di trasporto, presso gli uffici comunali, raggiungendo in alternativa il personale della repressione frodi oppure, sempre rivolgendosi alla repressione frodi, ma mediante PEC.
“Questo improvviso cambiamento di normativa è l’ennesima trovata burocratica che rischia di inchiodare l’intero sistema vino” commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto “il disagio che si viene a creare è enorme se si pensa che allo stato attuale i prodotti vitivinicoli in movimento imbottigliati corrispondono ad una quantità pari al 95%, mentre quelli sfusi il restante 5%. Saranno soggette a questi vincoli tutte le aziende che destinano alla vendita un quantitativo superiore ai 100 litri di vino, dunque la totalità delle imprese vitivinicole piemontesi sono coinvolte. Il Piemonte ha già avviato l’iter per dimostrare tutta la propria contrarietà, e si impegnerà in ogni sede per evitare questo inutile incremento di vincoli”.
Si è riunito a Torino il tavolo vitivinicolo regionale, delineando in modo netto la posizione del Piemonte: il decreto, in caso di attuazione, non solo rappresenterebbe un grave impedimento alla circolazione dei prodotti vitivinicoli, ma non si tradurrebbe in alcun vantaggio dal punto di vista dei controlli.
Oltre al fatto tangibile che si tratta di un ulteriore gravoso ostacolo in un periodo di grave contrazione economica del comparto e dell’economia in generale, si teme per le prospettate fasi transitorie in attesa dell’eventuale approvazione delle direttive definitive: tale pericolo è da scongiurare, evitando in questo modo inutili spese di adeguamento (poi potenzialmente oggetto di ulteriori modifiche) a carico delle aziende.
La Regione Piemonte ha già inviato comunicazione mediante lettera al Ministero manifestando la più ferma contrarietà a questo tipo di misure, e si impegnerà nelle sedi opportune per evitare che una nuova zavorra colpisca il comparto vitivinicolo.