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Tornare a farsi il vino Un’idea in chiave Unesco


In questo periodo estivo che precede la vendemmia, argomento di interesse, oltre alla maturazione delle uve, i tanti e forse troppi
trattamenti, è certamente l’inserimento di alcune aree nei territori riconosciuti dall’Unesco come patrimonio da conservare e curare con attenzione per non disperderne il valore non replicabile.
Ovviamente in questi ragionamenti va per la maggiore la cura del
territorio delle nostre belle colline delle Langhe e del Monferrato, ma non dimentichiamoci anche delle tradizioni che sono un nesso storico importante e che mantengono viva la nostra storia, portando interesse e curiosita’.
Tra queste anche l’antica tradizione di coloro i quali dalla piana cuneese e dalle sue valli, ma anche dalla Provincia Torino si compravano le uve direttamente in cascina e si facevano in proprio il vino dalle uve dolcetto e barbera che diventava un vanto delle “cascine particulor…” nell’inverno, quando fuori dalla porta faceva freddo o meglio ancora nevicava copiosamente.
Spetta solo a noi agricoltori che questo non si perda e forse in un
periodo di crisi puo’ essere uno stimolo per il mercato e per i consumatori che forse oggi come oggi hanno anche piu’ tempo del passato.
Le grandi strategie e gli altrettanto grandi pensatori fanno dei piani
che colgono un periodo di 4 anni oppure anche di piu’, ma a volte non ci vuole molto per riprendere il filo del discorso che si è un po’ perso, ma non reciso del tutto. Basta la volonta’ e una parte delle uve rosse non tanto blasonate oppure dimenticate (dolcetto e barbera in particolare) potrebbero riprendere la via delle cascine, oppure dei consumatori fuori zona che aspettano stimoli e segnali.
Del resto che cosa c’è di piu’ bello di poter dire ad un ospite o ad un parente invitati a cena o pranzo “…questo vino l’ho fatto quest’autunno e curato di persona… il vigneto arriva dalle colline delle Langhe e precisamente da…”
Basterebbe allargare il dibattito e creare dei punti informativi per
i contatti tra agricoltori che hanno disponibilita’ e gli acquirenti potenziali e nella nostra epoca non mi pare sia un problema che non si possa risolvere, ma sarebbe un punto di partenza magari per dare anche consigli, tramite degli enotecnici disponibili e capaci, sulle varie fasi della pigiatura e trasformazione in vino delle uve dolcetto e barbera.
Come spesso si dice, ci vuole qualcuno che faccia il primo passo e
poi le altre fasi le programmiamo ed organizziamo al meglio, senza troppi “castelli di carta” o scartoffie.
Per informazioni e contatti su questa iniziativa occorre segnalare il proprio interesse al 335-5653602.