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Terreni agricoli montani sull’Imu decisione rinviata


Il Tar Lazio ha sospeso il decreto relativo all’Imu sui terreni agricoli montani, rinviando la decisione nel merito al 21 gennaio 2015, cinque giorni prima della scadenza del pagamento.
Il decreto sull’Imu prevede che l’esenzione totale sia limitata ai Comuni con altitudine superiore a 600 metri, mentre fra 281 e 600 metri siano esentati solo i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Il Tar contesta il meccanismo individuato come criterio per il pagamento. Per definire la geografia dei pagamenti, infatti, il decreto ha diviso i Comuni in tre fasce, sulla base dell’”altitudine al centro”, misurata cioè nel punto in cui si trova il municipio.
Vi sono terreni, in un Comune che ha il municipio a 500 metri, posti ben oltre i 600. Il municipio, in un Comune posto in una valle alpina, è solitamente nel nucleo posto più in basso: le frazioni, i borghi, il territorio si estendono a monte, sui versanti.
Al centro della sentenza del Tar anche i tempi del decreto, troppo stretti per mettere i Comuni nelle condizioni di programmare le entrate che devono di fatto compensare i 360 milioni di tagli statali da compensare appunto con il maggiore introito di Imu legato alla nuova aliquota sui terreni agricoli.
Se il Tar confermerà il 21 gennaio la sospensiva del pagamento il Governo dovrà trovare il modo per compensare i 4mila Comuni italiani che si sono visti tagliare i fondi statali in cambio di un gettito che non arriverà nelle casse.
“Vessare chi coltiva aree agricole e forestali nelle aree marginali con assurdi balzelli –ha dichiarato il Presidente regionale della Cia Lodovico Actis Perinetto – rischia di favorire l’abbandono della terre alte e di provocare danni al territorio molto più costosi dei buchi di bilancio che si vorrebbero coprire. I territori montani e rurali vanno salvaguardati, non penalizzati. La Cia del Piemonte continuerà a battersi per questo principio”.

(Fonte: Cia Piemonte)