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Tasse sui controlli battaglia in Europa


Con l’ok al Regolamento sui controlli ufficiali nella catena alimentare il Parlamento europeo ha disposto che tutti i produttori primari agricoli siano esclusi dall’applicazione delle tasse specifiche destinate ai controlli ufficiali. Inoltre anche i trasformatori (cantine, oleifici…) saranno esentati, nella misura in cui la trasformazione è una attività connessa a quella primaria. Ora il testo dovrà essere nuovamente discusso in sede di Consiglio e Commissione, ma si preannuncia un ottimo punto di partenza.
I controlli così intesi includono aree come salute pubblica, salute animale, salute vegetale e benessere animale in accordo con l’articolo 93 del Regolamento 1306/2013 (la cosiddetta cross-compliance della Politica Agricola Comune).
La notizia è stata salutata positivamente dagli agricoltori. Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare, aveva fortemente richiesto questo emendamento con una lettera inviata alla fine di marzo ai parlamentari europei italiani e ai ministri della Salute e delle Politiche agricole, Lorenzin e Martina, dopo che la Commissione Ambiente del Parlamento europeo aveva introdotto la tassa nel testo di regolamento.
La sollecitazione è stata prontamente recepita dall’on. De Castro che ha proposto un emendamento, appoggiato dall’on. Pirillo e da tutti i deputati europei italiani. La loro determinazione ha convinto anche gli europarlamentari degli altri Paesi, raggiungendo così questo risultato importante.
“Il rapporto 2013 sui controlli ufficiali del ministero della Salute dimostra chiaramente – ha sottolineato Agrinsieme – come l’agricoltura italiana sia la categoria imprenditoriale che ha i maggiori controlli sulla sicurezza alimentare. Ad essi si devono sommare anche quelli effettuati per i pagamenti ambientali, per il benessere animale, per la tutela del territorio e paesaggio. Allo stesso tempo i dati confermano, da anni, che l’agricoltura è l’anello della filiera agroalimentare italiana con il minore numero di infrazioni”.
“Non esiste – ha concluso Agrinsieme – un settore come quello agricolo, così tanto controllato e così sicuro grazie a controlli che le nostre imprese e cooperative già pagano attraverso le risorse europee destinate al loro sviluppo”.