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Task force e radar contro la “vespa velutina”


Il Ministero delle Politiche Agricole ha risposto all’interrogazione presentata a novembre dalla senatrice Donatella Albano del Partito democratico, a proposito delle iniziative di contrasto alla diffusione della “vespa velutina”, che minaccia non solo gli alveari e il miele, ma addirittura il meccanismo di impollinazione e fecondazione delle colture.

SQUADRA D’INTERVENTO
Il Ministero ha infatti attivato su tutto il territorio nazionale il sistema di rilevazione “BeeNet”, dopo l’identificazione della specie effettuata dal Disafa dell’Università di Torino, in collaborazione con gli apicoltori, il Cra-Api di Bologna, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, il Cra-Abp di Firenze e il Dista dell’Università di Bologna, e successivamente ha affiancato al “BeeNet”, una vera e propria squadra d’intervento con apparecchiature radar (radar armonico) in grado di individuare e distruggere i nidi della “vespa velutina”.
Particolare attenzione, spiega il Ministero nella risposta data alla senatrice, viene data ai territori della Liguria e del Piemonte, dal momento che proprio a Vallecrosia (Imperia) e nel Basso Piemonte sono stati individuati i primi esemplari provenienti dalla Francia, dove la “vespa velutina” arrivò dall’Oriente circa 10 anni fa in un carico di vasi per bonsai.

AGIRE SUBITO
Dalla Provincia di Cuneo, dove il 17 marzo scade il termine per la partecipazione al bando sulle strutture apistiche, la situazione viene seguita con estrema attenzione: «Il problema non va assolutamente sottovalutato – osserva Germano Modena, funzionario del Settore agricoltura della Provincia di Cuneo -, la prossima stagione potrebbe essere cruciale. Come nel caso del cinipide del castagno, si rischiano effetti devastanti per gli operatori del settore. Bisogna che la pericolosità della “vespa velutina” venga riconosciuta al più presto e si trovino le risorse per finanziare la ricerca, facendo sistema con le istituzioni accademiche e le organizzazioni di categoria degli apicoltori. L’insetto predatore ormai è nei nostri boschi e si moltiplicherà molto velocemente, com’è accaduto prima che da noi, in Francia».

PREDATORE SPIETATO
E proprio l’esperienza francese insegna che il rimedio decisivo contro la “vespa velutina” non è ancora stato trovato. Si parla di ronde nei boschi per individuare i nidi dei predatori e distruggerli, oppure per trattarli con sostanze insetticide mirate.
L’insetto killer agisce con notevole aggressività, appostandosi in prossimità degli accessi agli alveari per catturare le api e condurle in pasto alle proprie larve. La “vespa velutina” adulta, inoltre, nutrendosi di sostanze zuccherine, risulta dannosa anche alla frutta prossima alla raccolta.

RADAR ARMONICO
In Italia, dove l’insetto predatore è stato ufficialmente rilevato dal 2013 in Liguria e Piemonte, l’Aspromiele, tramite il coordinatore tecnico Roberto Barbero, la settimana scorsa ha chiesto al Ministero e all’Entecra di Bologna un incontro immediato con la task force predisposta dal Cra al fine di programmare con la maggior sollecitudine possibile l’utilizzo del “radar armonico” per il rilevamento e la distruzione dei nidi della “vespa velutina” nei territori interessati.

RISCHIO GRAVE
«Nel mio territorio ho già assistito ai danni prodotti dalla diffusione di un altro insetto proveniente sempre dall’Asia, il “punteruolo rosso”, e vorrei che non si ripetesse più lo stesso errore», aggiunge la senatrice Albano, originaria di Bordighera, la Città delle Palme, «il “punteruolo” è stato inizialmente sottovalutato e ha decimato le palme liguri per poi diffondersi in tutta Italia, la “vespa velutina” potrebbe rappresentare un problema ben più grave dal momento che, uccidendo le nostre api, incide sui meccanismi di impollinazione».