Suinicoltura redditività in calo
della suinicoltura italiana: -9,1 rispetto al mese precedente e -16,8% rispetto a novembre
2011. Tuttavia, il prezzo del suino pesante, seppur in calo di quasi il -8%, ha comunque
assunto, a novembre, il quarto valore più elevato dal 2002 a questa parte.
“Dal recente rapporto trimestrale sulla filiera suinicola realizzato dal Crefis, importante centro di ricerche economiche – informa Renato Silvestro, presidente della Cia zona di Fossano e suinicoltore – emerge che nel mese di novembre si è ridotta fortemente la redditività della fase di allevamento della suinicoltura italiana: -9,1 rispetto al mese precedente e -16,8% rispetto a novembre 2011.
In novembre, infatti, la quotazione media mensile CUN dei suini da macello pesanti è scesa, rispetto al mese precedente, del -8,0% fermandosi ad un valore di 1,612 euro/Kg. Rispetto a novembre 2011 la variazione è del +2,7%. Va tuttavia sottolineato come il prezzo del suino pesante, seppur in calo di quasi il -8%, abbia comunque assunto, a novembre, il quarto valore più elevato dal 2002 a questa parte. Il fatto che nonostante il prezzo della fase di allevamento, (il suino pesante) sia molto elevato, ma non abbastanza da determinare un aumento della redditività, dà una misura dell’eccezionalità delle quotazioni delle materie prime agricole.
A novembre, infatti, il prezzo del mais, sia in Italia che all’estero è aumentato rispetto a ottobre, mentre quello della soia ha continua a rimanere su livelli molto elevati. Il mercato del mais subisce ancora le conseguenze della forte siccità che ha colpito molte zone nel mondo (Usa in primis) ed anche la pianura padana nella scorsa estate, mentre la soia, coltura maggiormente resistente alla siccità, ha invece subìto meno danni di quanto previsto in estate, tanto da spingere gli analisti ad una revisione verso l’alto delle stime del raccolto, cosa che potrebbe ( ma è per ora solo una speranza) a far scendere i prezzi”.
“Le analisi dello studio Crefis- prosegue il presidente zonale della Cia Silvestro – indicano che la domanda mondiale di materie prime agricole è destinata a rimanere molta alta, in particolare, quella di granturco da parte della Cina, il cui settore suinicolo è in fortissima espansione. Ci potrebbero essere problemi, dal lato dell’offerta anche sul mercato del grano (a causa della siccità in Australia e dello scarso raccolto russo), che poi a catena potrebbero ripercuotersi sul mercato delle altre commodity. I prezzi elevati potrebbero favorire un aumento delle semine di soia e mais in America Latina e quindi un incremento dell’offerta nei prossimi mesi. Gli esperti avvertono, tuttavia, che se l’inverno 2012-13 non sarà particolarmente piovoso negli Stati Uniti, le conseguenze della siccità della scorsa estate potrebbero farsi sentire anche il prossimo anno a causa degli scarsissimi livelli di umidità nei terreni”.
“Tornando alla situazione del nostro settore – conclude Silvestro – con l’indice dei prezzi dei suini che rimane sotto pressione ed i costi di produzione che si mantengono elevati a causa degli alti livelli dei prezzi delle materie prime, ne risulta che i suinicoltori stanno lavorando sotto costo mediamente di 20/30 centesimi al Kg.
Situazione, ahimé, difficilmente sostenibile senza adeguati interventi di sostegno ad un settore anche impegnato, in questi tempi, nell’adeguamento strutturale alle norme sul benessere delle scrofe gestanti. Gli allevatori piemontesi sono disponibili a continuare a lavorare per mantenere questo segmento produttivo d’eccellenza ma auspicano segnali di maggior attenzione dal Governo, dagli enti pubblici, dai politici e dalle banche per affrontare più serenamente il 2013 alle porte”.