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Suinicoltura, “chi spara a zero non conosce la realtà degli allevamenti, inaccettabili le generalizzazioni”


“Chi vuole sparare a zero contro la suinicoltura non conosce la realtà e getta fango su un comparto strategico dell’agroalimentare italiano. Lo stato dell’arte del benessere animale negli allevamenti è ben diverso da quello descritto da Eurogroup for animals e se ci sono allevamenti che non rispettano le regole, sia l’Ats a intervenire, con spirito costruttivo e non con l’intento di mettere alla gogna. Dopo anni di crisi non possiamo tollerare che vi sia qualcuno che getta discredito su un’intera categoria per qualche caso isolato e già all’attenzione delle autorità”.

A difendere il settore è Claudio Veronesi, allevatore di Sustinente con 1.300 scrofe a ciclo chiuso, con otto siti produttivi e rigide norme sulla biosicurezza, “tanto che nella scrofaia sono autorizzati a entrare solamente il veterinario e il responsabile della stalla”.

“I suinicoltori stanno applicando le norme sul benessere animale e chi muove tali accuse è al di fuori della realtà e cerca sensazionalismo”, taglia corto Veronesi.

“Ospiterò una delegazione di una ditta che lavora sul benessere animale tra Cina e Giappone e la visita è stata richiesta per l’alto livello di animal welfare che caratterizza la mia impresa – annuncia Veronesi –. Tutte le aziende sono visitate per almeno due o tre volte alla settimana dai veterinari. Chi ha sbagliato, però, si metta in regola”.

L’allevamento di Veronesi a Sustinente è all’avanguardia sul fronte benessere. Si entra solo dopo aver seguito rigide procedure, dalla doccia all’utilizzo di vestiti monouso, “e queste linee guida valgono anche per il sottoscritto”.

Alla fine del 2019, afferma l’allevatore, “con le scrofaie saremo già a norma sui provvedimenti che entreranno in vigore nel 2025 e stiamo pensando di incrementare del 20% gli spazi a disposizione per legge per i suini”.