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Suini, torna la crisi dopo l’illusione dei prezzi


“Abbiamo avuto alcuni mesi caratterizzati, finalmente, da quotazioni positive per i nostri allevamenti – dichiara Silvestro Renato, responsabile del settore suini della Cia cuneese – confortati anche da un calo dei prezzi delle materie prime. Abbiamo spuntato anche 1,80 euro al Kg, insomma cifre mai raggiunte. Ma questa favorevole situazione è durata poco: in questi giorni i compratori hanno proposto una significativa diminuzione del prezzo a 1,480 €/kg e, nel contempo, le quotazioni delle materie prime sono tornate a salire. E così noi allevatori siamo tornati a rivivere il tempo, che ha caratterizzato gli ultimi anni, cioè vederci pagare i suini meno, molto meno, del costo di produzione”.
“La causa di tutto questo – informa Silvestro – sta nel rinnovarsi dello scontro tra macellatori e suinicoltori, grana che era già scoppiata in agosto, quando gli industriali abbandonarono la Commissione unica nazionale (Cun). Voglio ricordare che questo strumento non era unilaterale ma era stato individuato da entrambe le parti, con il compito di definire anticipatamente una tendenza di mercato ed i prezzi relativi alla settimana successiva. Faceva parte dell’accordo di filiera sottoscritto al ministero dell’Agricoltura per cui, come da regolamento, la quotazione venne stabilita da chi in commissione era rimasto, cioè gli allevatori. Si era in una fase di prezzi in salita. La settimana successiva i macellatori tornarono al tavolo, senza conseguenze di sorta. Purtroppo il 18 ottobre la situazione si è riproposta, ma questa volta lo strappo è stato più profondo in quanto i compratori hanno indicato un prezzo irrisorio che, ovviamente, i venditori non hanno accettato. Con l’abbandono del tavolo il prezzo è stato fissato a 1,480, con un crollo del 20%, un gesto degli industriali che è l’ennesima dimostrazione della loro volontà di impedire alla Commissione Unica Nazionale di svolgere la sua funzione”.
“Noi produttori siamo stanchi – conclude Renato Silvestro – ed a questo punto chiediamo un intervento del ministro, che, in qualità di garante dell’accordo di filiera ha il dovere di richiamare tutti al rispetto delle regole”.