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“Sui Consorzi agrari intervenga il Parlamento”


Ho partecipato alla recente Conferenza Economica della Cia nel corso della quale il presidente nazionale dell’organizzazione Giuseppe Politi, fra i tanti argomenti affrontati, ha voluto opportunamente riaprire il tema dei Consorzi Agrari. Ne riprendo i passi più importanti.
La legge n.99 del 2009 ha riconosciuto ai Consorzi agrari la mutualità prevalente. Il Governo ha riconosciuto la legittimità del credito di 400 milioni vantato dalla Federconsorzi per le passate attività di gestione degli ammassi.
La legge riconosce ai Consorzi agrari funzioni pubblicistiche nell’interesse dell’intera agricoltura: “I Consorzi agrari hanno lo scopo di contribuire all’innovazione e al miglioramento della produzione agricola, nonché alla predisposizione e gestione di servizi utili all’agricoltura”.
I Consorzi agrari appartengono alla storia e al patrimonio degli agricoltori. Sono nati per operare nell’interesse di tutta l’agricoltura. Per gran parte della loro storia sono, invece, stati considerati strumenti di parte.
Questo ha minato la loro solidità ed è stato uno dei motivi del loro tracollo all’inizio degli anni Novanta.
La storia si sta ripetendo: i Consorzi agrari sono nuovamente piegati a un progetto di parte. Un progetto che si chiama “Filiera agricola tutta italiana”, ma si traduce nella costituzione della sesta centrale cooperativa. Il cui presidente è contemporaneamente anche presidente della Coldiretti.
Alla fine del 2011 i Consorzi agrari hanno costituito il fondo immobiliare chiuso AGRIS, al quale hanno conferito una parte del patrimonio immobiliare non strumentale di loro proprietà, con un portafogli iniziale di 45 immobili per un valore di 100 milioni.
Vi sono state molte proteste da parte di soci e consiglieri di minoranza dei Consorzi agrari che hanno contestato soprattutto la mancanza di trasparenza delle operazioni.
Per quali fini, per quali investimenti, a quali progetti è destinata tutta questa liquidità?
La legge assegna, congiuntamente, ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Agricoltura, i compiti di vigilanza sui Consorzi agrari.
Poniamo una sola questione. Chiediamo che i ministri impongano il rispetto della lettera e dello spirito della legge di riforma: i Consorzi agrari devono essere un patrimonio di tutta l’agricoltura e non di una parte.
Chiediamo anche un pronunciamento delle forze politiche presenti nel Parlamento, soprattutto di quelle che, indipendentemente dalle posizioni assunte, molto hanno discusso e contribuito alla legge di riforma e alla successiva concessione ai Consorzi agrari della mutualità’ prevalente.
Insomma, in una situazione così critica dell’economia e dei bilanci pubblici (dello Stato e delle Regioni) non possiamo permettere che centinaia di milioni siano gestiti in modo non trasparente.
Oggi assistiamo a un processo di riorganizzazione del mondo cooperativo e associativo che coinvolge le imprese e le loro stesse rappresentanze. Il sistema dei Consorzi agrari non può essere estraneo a questo processo: non possiamo permettere che esso sia usato per una strategia di divisione e contrapposizione tra gli agricoltori e le loro rappresentanze.
Noi ci proponiamo di valorizzare quel sistema con le nostre idee, contribuendo a un progetto con l’obiettivo di includere e non di escludere. Su questo progetto metteremo alla prova la nostra capacità di lavorare per l’unità degli agricoltori, in nome degli interessi di tutti i produttori agricoli. Su questo progetto chiediamo il sostegno delle istituzioni, Parlamento, Governo e Regioni.

Igor Varrone, direttore Cia Cuneo