Stop ai biocarburanti in concorrenza con il cibo
e sulla qualità dei carburanti. L’obiettivo è di limitare la conversione dei terreni
alla produzione di biocarburanti e di stimolare la produzione di quelli di seconda
generazione, derivati da materie prime non alimentari, come i rifiuti
La Commissione Europea ha presentato una nuova proposta di direttiva, volta a modificare la direttiva attuale sulle energie rinnovabili e quella sulla qualità dei carburanti, e limitare a livello mondiale la conversione dei terreni alla produzione di biocarburanti e ad aumentare gli effetti benefici sul clima dei biocarburanti usati nell’Ue.
“Se vogliamo che ci aiutino a contrastare i cambiamenti climatici, i biocarburanti che usiamo devono essere autenticamente sostenibili. Dobbiamo quindi investire in biocarburanti che determinino un’effettiva riduzione delle emissioni e non facciano concorrenza alla produzione alimentare. Non escludiamo ovviamente i biocarburanti di prima generazione, ma inviamo un segnale chiaro: in futuro l’aumento nell’impiego dei biocarburanti deve basarsi su biocarburanti avanzati, perché qualsiasi alternativa risulterà insostenibile”, spiega il Commissario europeo per l’Azione per il clima, Connie Hedegaard.
La proposta prevede di limitare al 5% la quota di biocarburanti derivati da alimenti utilizzabile ai fini del conseguimento dell’obiettivo del 10% di energie rinnovabili fissato dalla direttiva 2009/28/Ce. L’obiettivo è stimolare lo sviluppo di biocarburanti alternativi, detti anche di seconda generazione, derivati da materie prime non alimentari, come i rifiuti, che emettono gas a effetto serra in quantità decisamente inferiori ai carburanti fossili e non interferiscono direttamente con la produzione alimentare mondiale.
Dunque, per la prima volta nella valutazione delle prestazioni dei biocarburanti in termini di emissioni di gas ad effetto serra si terrà conto delle stime dell’impatto della conversione dei terreni a livello mondiale (cambiamento indiretto della destinazione dei terreni). Recenti studi scientifici hanno infatti dimostrato che, quando si tiene conto del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni, ad esempio laddove la produzione di biocarburanti comporti uno spostamento della produzione alimentare a destinazione umana o animale verso terreni non agricoli quali le foreste, può risultare che, di fatto, alcuni biocarburanti contribuiscono alle emissioni di gas a effetto serra tanto quanto i carburanti fossili che sostituiscono.
Per il periodo successivo al 2020, la Commissione europea propone agli Stati membri dell’Ue di concedere sostegni finanziari solo ai biocarburanti che comportano sostanziali riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra e non sono prodotti da colture destinate all’alimentazione umana o animale.