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Stagione viticola 2013 ritorno al passato?


Se chiedeste ad un viticoltore di parlarvi di questo 2013, quasi sicuramente vi racconterà di come sia stato caratterizzato da un ritardo più o meno accentuato in tutte le fasi fenologiche, a cominciare dalla ripresa vegetativa per arrivare alla vendemmia, tuttavia puntualizzerà che si tratta di una condizione normale e che in passato si era soliti raccogliere l’uva proprio in questo periodo.
A questo punto potremmo pensare ad un’annata normale, in linea con il passato, ma, riflettendoci, ci accorgiamo che il 2013 è stato diverso dagli anni precedenti e che da un decennio a questa parte le differenze tra le diverse annate si fanno sempre più marcate.

PREPARARSI ALL’IMPREVEDIBILE
Questo ci deve far riflettere su come sia difficile prevedere l’andamento di una stagione basandosi su quelle già trascorse. Per citare un famoso detto, possiamo solo “prepararci all’imprevedile”. Possiamo aspettarci determinate condizioni, ma in fondo bisogna sapersi adattare e trovare la strategia che ci permette di affrontare le avversità nel modo migliore.

PRIMAVERA PIOVOSA
Di certo significativa è stata l’abbondante piovosità primaverile, che, se da un lato ha permesso la costituzione di una preziosa riserva idrica nel sottosuolo, dall’altro ha mantenuto le temperature ad un livello piuttosto basso con un conseguente ritardo nel germogliamento ed ha creato le condizioni ideali allo sviluppo dei principali patogeni fungini della vite: la peronospora e l’oidio. Per di più, le continue piogge hanno talvolta ostacolato l’ingresso nei vigneti per eseguire i trattamenti con la giusta tempestività, facendo sì che le fitopatie si manifestassero con maggiore virulenza.
Nel periodo successivo al germogliamento è stata fondamentale una buona gestione della chioma, intervenendo quando necessario per rimuovere i germogli anticipati e sistemare la vegetazione in modo da evitare il ristagno dell’umidità al suo interno e migliorare l’efficacia dei trattamenti.

IL PROBLEMA DELL’EROSIONE
In annate caratterizzate da precipitazioni così elevate è importante considerare anche le modalità di gestione del terreno al fine di prevenire il fenomeno dell’erosione, che ogni anno causa la perdita di enormi quantità di terreno fertile nelle zone collinari, che si impoveriscono progressivamente di nutrienti a livello del suolo, rendendo così indispensabile sopperire a tali mancanze con pesanti interventi di concimazione.
Con l’arrivo dell’estate le condizioni metereologiche sono andate via via migliorando, le piogge sono notevolmente diminuite e le temperature sono aumentate, dando un po’ di respiro ai viticoltori, ma, siccome non è bene adagiarsi sugli allori, l’oidio ha prontamente cominciato a svilupparsi con il primo caldo. Sono così proseguiti i trattamenti ed è stato necessario sistemare i grappoli in modo da evitare i grossi mucchi, all’interno dei quali il fungo trova un ambiente ideale.

PERONOSPORA
Dopo l’inizio dell’invaiatura, quando la preoccupazione per l’oidio diminuisce progressivamente, ha fatto nuovamente capolino la peronospora, favorita dalle temperature più fresche di fine estate e da qualche lieve precipitazione, per cui talvolta è stato eseguito un ultimo trattamento sul cordone di germogli che si usa avvolgere intorno all’ultimo filo della spalliera.
Le ultime perturbazioni estive hanno portato sporadiche grandinate e talvota si sono rivelate particolarmente violente, con trombe d’aria che hanno causato ingenti danni ai vigneti e ai fabbricati in alcune zone.

MATURAZIONE DELL’UVA
Dai primi campionamenti era emersa una situazione poco incoraggiante, in cui la quasi totalità delle varietà, sia precoci che tardive, mostrava uno scarso accumulo zuccherino e una concentrazione di acidi eccessiva per il periodo, ma fortunatamente l’andamento climatico estivo ha permesso di recuperare piuttosto bene il ritardo iniziale, la maturazione dell’uva ha avuto un buon decorso e, contrariamente alle aspettative, sembra aver raggiunto livelli piuttosto interessanti.
La progressiva diminuzione delle temperature, che tuttavia si sono mantenute ad un livello adeguato, unita alla presenza di una buona riserva idrica, ha fatto sì che il periodo vegetativo della vite si prolungasse ben di più rispetto agli anni passati, senza che l’uva appassisse sulla pianta, come invece solitamente accade nelle annate molto calde e secche.

MUFFA GRIGIA
L’ultimo fitopatogeno ad essere comparso è la botrite o muffa grigia, ma fortunatamente non si sono registrate infezioni particolarmente preoccupanti, nonostante le precipitazioni e l’elevata umidità relativa che hanno segnato il periodo finale della raccolta.
Ora torniamo all’affermazione del nostro viticoltore: infatti, la vendemmia si è fatta sicuramente attendere anche per le varietà più precoci e fortunatamente è stata abbastanza calma, ossia non c’è stata una sovrapposizione nel giusto grado di maturazione dei vari vitigni. L’accumulo zuccherino si è stabilizzato a livelli certamente buoni, anche se non da record come si è visto negli scorsi anni ed il quadro acido è migliorato molto fino a raggiungere una situazione quasi ottima.
Nel complesso la qualità finale dell’uva è risultata buona e la stima della produzione è sicuramente incoraggiante, con aumenti in doppia cifra. Resta solo da assaggiare il vino!

Elio Ressia (perito agrario enotecnico)
Fabio Pesenti (tecnico OATA Liberi professionisti)