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Sorì, la fatica del sorriso Parla Filippo Molinari


Venerdì 13 febbraio, presso il Palazzetto dello sport di Santo Stefano Belbo, è stato presentato il libro “Sorì, la fatica del sorriso”. Filippo Molinari, presidente della Cia zonale di Alba e membro di giunta del CTM, il Coordinamento Terre del Moscato, ha partecipato all’evento ed a lui abbiamo rivolto alcune domande sull’avvenimento.

Quale l’importanza di questo volume?
“Il libro dell’amico enologo e giornalista Lorenzo Tablino, con la ricca documentazione storica, le numerose interviste e le belle fotografie, è il più recente appello alle istituzioni, alle espressioni politiche e sociali affinchè non siano dimenticati i viticoltori «eroici» dei vigneti di moscato in forte pendenza. Da secoli esiste in questa zona di Langa una viticoltura che si è sviluppata in zone impervie e che è necessario tutelare in quanto, come ha ben riconosciuto nel suo intervento come ha ben riconosciuto nel suo intervento il Sindaco di Santo Stefano Belbo, Luigi Icardi, essa svolge uno specifico ruolo di prevenzione di eventi naturali potenzialmente catastrofici, come sono quelli collegati all’erosione incontrollata e alla mancata regimazione delle acque superficiali, oltre che di cura del paesaggio antropico tradizionale. Si tratta di 335 ettari (dei 10 mila coltivati a moscato) di terrazzamenti coltivati da poco più di 600 produttori di moscato con pochi o nessun supporto meccanico, ubicati per il 61% in provincia di Cuneo, il 35% nell’Astigiano e il 4% nell’Alessandrino”.

Nell’accordo interprofessionale di tre anni fa furono stanziati contributi per questi “sorì”….
“Proprio così, circa 30 centesimi al quintale come trattenuta per i proprietari dei Sorì, ma nel 2014 il contributo è scomparso. Ora si teme che vengano abbandonati ed i diritti di reimpianto venduti”.

Quali proposte sono state avanzate a favore di questi produttori?
“Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte che anche nelle zone del moscato si attui quanto realizzato in Veneto, nel territorio del “Prosecco”. Là i vigneti letteralmente aggrappati alle pendici più scoscese delle colline, lavorabili solo manualmente e che hanno dimostrato nel tempo di possedere particolari valori vitivinicoli, possono evidenziare in etichetta un bollino rosso con l’aggiunta della denominazione, nel dialetto locale, “rive”, omologo dei nostri “sorì”. Questo “bollino” sarà riservato all’Asti ed al Moscato d’Asti docg prodotti con le uve dei Sori al fine di consentire l’effettiva valorizzazione dell’immagine del prodotto di queste zone.
Sul tema specifico dei sorì e su quello più complessivo del comparto “moscato” se ne parlerà nell’incontro che, come Cia delle province di Cuneo, Asti ed Alessandria, abbiamo programmato di svolgere ad Asti, il 12 marzo”.