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Slitta il voto Ue sul glifosato, Efsa denuncia la bufala del dossier copiato da Monsanto


Non c’è l’accordo tra i paesi Ue sul rinnovo di autorizzazione del glifosato e quindi il voto é slittato. La riunione del comitato Ue per gli alimenti, mangimi e piante che l’altro ieri avrebbe dovuto esprimersi su una proposta di rinnovo della licenza dell’erbicida tra i 5 e i 7 anni, si è conclusa senza voto. “La Commissione ha preso atto delle posizioni delle diverse delegazioni degli stati membri – ha detto la portavoce dell’esecutivo Ue per la salute – su cui rifletterà e annuncerà prossimamente la data della prossima riunione”.

Il Parlamento europeo aveva approvato martedì 24 ottobre con 355 voti a favore e 204 contro una risoluzione non vincolante che chiedeva di non rinnovare la licenza dell’erbicida glifosato, che scade nel prossimo dicembre 2017, e di eliminare gradualmente il commercio e l’utilizzo di tale prodotto entro la fine del 2022.

Bernhard Url, direttore esecutivo di Efsa, ha nel frattempo smontato la bufala secondo cui l’Efsa avrebbe copiato pari pari dai dossier forniti da Monsanto per realizzare il proprio giudizio finale sul glifosato.

“Sfortunatamente – ha detto il direttore dell’Efsa – , le recenti asserzioni sembrano far parte di una campagna architettata ad arte, nonché l’ultima di una serie di azioni per screditare il processo scientifico su cui si basa la valutazione Ue sul glifosato”. La bufala nasce dalla mancata conoscenza degli iter normativi dell’Efsa.

“La procedura seguita dall’Efsa per il glifosato – ha continuato  Bernhard Url – é del tutto conforme a quanto prescritto dall’iter legislativo. Una società richiedente avanza un dossier, per altro compilato anche in modo conforme alle linee guida continentali. Quindi lo Stato “rapporteur” (Rapporteur State Member, RSM) lo valuta e infine lo passa all’Efsa. Se lo RMS concorda con una particolare sintesi o una valutazione, può incorporare  il  testo  direttamente  nella  bozza  di  relazione  di  valutazione”.

L’RMS per glifosato è la Germania, con il suo Bfr, ovvero l’istituto per la valutazione dei rischi.

Per altro, nella relazione valutativa dell’Efsa si evidenziano numerosi passaggi nei quali i testi del dossier di Monsanto sono stati modificati e corretti ove ciò era necessario.

Chissà se ora i media (ha iniziato il quotidiano inglese Guardian, gli altri hanno ripreso la notizia senza fare alcuna verifica) che si sono mostrati così pronti a lanciare fango sull’Efsa correggeranno il tiro. Non che ciò conti più di tanto, perché si sa bene che dopo che una bufala è entrata nella testa dei lettori una eventuale rettifica serve solo a consolidarla ancora di più.

Non resta quindi che annotare l’ennesimo caso di disinformazione sul glifosato.

 

(Fonte: Cia Piemonte)