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Sistri solo oltre i 10 dipendenti?


Controllare la produzione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi è sicuramente un obiettivo condivisibile, ma in quattro anni di sperimentazione, il Sistri, ovvero il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ha dimostrato di funzionare molto male e sono stati necessari continui correttivi legislativi e procedurali.
“Il Sistri alimenta il meccanismo della burocrazia che stringe l’imprenditoria italiana e impedisce la ripresa del comparto agricolo – spiega il presidente regionale della Cia Lodovico Actis Perinetto -. Il periodo di sperimentazione ha già fatto emergere le molteplici criticità del Sistri. Sono necessarie importanti misure correttive. Non è tollerabile, ad esempio, che il Sistri equipari le piccole imprese alla grande industria, sottoponendole entrambe agli stessi costosi obblighi informatici che, tra l’altro, non si sono nemmeno rivelati efficienti”.
“Il sistema è nato per tutelare l’ambiente e combattere il traffico illegale delle ecomafie – prosegue Actis -, ma rischia di trasformarsi in un ulteriore sovraccarico burocratico per le aziende agricole. Per questo apprendiamo con favore che è in via di perfezionamento un decreto che assoggetta al Sistri solo imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti con più di dieci dipendenti. Attendiamo di conoscerne i dettagli”.
Il decreto è stato annunciato in una nota dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha aggiunto “il decreto inoltre contiene altre semplificazioni finalizzate a venire incontro alle esigenze dei produttori al fine di assicurare un ‘decollo’ della fase due sistema che sia meno problematica possibile”.
Un approfondimento sul Sistri, ha affermato Galletti, “è fra le priorità in agenda per i prossimi giorni. Ritengo valide le due finalità del sistema: la tracciabilità dei rifiuti come contributo essenziale per la lotta alle ecomafie e la semplificazione amministrativa attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’obiettivo del Governo è quello di rendere questo strumento, dalla storia travagliata, una ulteriore opportunità per la competitività del paese ed un presidio per la tutela della legalità”.

(fonte: Cia Piemonte)