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Siccità, attivare strategia dei piccoli invasi


Condizioni climatiche stravolte negli ultimi tempi: si sta passando, infatti, dalla siccità a temperature elevate, dalle piogge intense alla grandine. Sicuramente, un clima diverso da quello continentale, tipico dell’Europa meridionale, a cui eravamo abituati.

Tutto questo è evidenziato anche dai dati metereologici, rilevati dalle oltre 150 stazioni di rilevamento della regione Piemonte a cui si aggiungono quelle di enti collegati quali Arpa e protezione Civile, che dimostrano come nell’arco degli ultimi 10 anni ci sia stata una diminuzione progressiva delle precipitazioni e un aumento, seppur minimo ma inesorabile, della temperatura media.

L’estate 2017 è, oltretutto, caratterizzata da una ventilazione sopra la media che sta favorendo ulteriormente l’evaporazione dell’acqua e quindi la riduzione della disponibilità idrica per le colture agrarie.

"A fronte proprio di questa situazione è necessario mettere in campo una progettualità per la regimazione delle acque – spiegano Delia Revelli presidente Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – con la dislocazione di bacini di raccolta e di trattenimento, anche di dimensioni medio-piccole, ma distribuiti in modo capillare sul territorio piemontese che possano avere funzioni multiple. Sarebbero utili, infatti, sia per assicurare la disponibilità di acqua per le colture agrarie nei mesi estivi, sia per la produzione di energia elettrica a basso impatto ambientale e ancora negli eventi alluvionali conterrebbero i danni. Si tratta di un progetto da condividere con i vari attori presenti sul nostro territorio, dalla Regione alle amministrazioni locali, anche perché il Piemonte, dal punto di vista orografico, permetterebbe pienamente la realizzazione di invasi avendo il 60% di area montana ed una elevata disponibilità di acqua durante la fase invernale-primaverile. Serve, quindi, una programmazione – concludono Revelli e Rivarossa – ed una strategia poiché non è concepibile arrivare ad una situazione di criticità nella nostra Regione dove vengono rilasciati nel Po, senza nessun utilizzo, ben oltre il 50% delle risorse disponibili che, invece, potrebbero soddisfare diversi milioni di abitanti".