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Sgravi fiscali per le zone montane


L’Unione delle Comunità montane del Piemonte chiede di varare una legge che individui sgravi fiscali e minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano, per chi avvia un’attività nelle Terre Alte, per chi vuole potenziare una piccola impresa, per chi apre una partita iva.
Prevedere opportune “zone a fiscalità di vantaggio” nella legislazione regionale e anche all’interno dei provvedimenti adottati con la Strategia nazionale Aree interne. Incentivare i centri multifunzionali, “negozi che vendono prodotti e allo stesso tempo svolgono dei servizi”, d’intesa anche con associazioni locali presenti nei piccoli Comuni, come Pro Loco e gruppi Alpini. Sono queste le principali richieste contenute nell’ordine del giorno inviato dall’Uncem ai 553 Comuni montani piemontesi e già condiviso da molti altri centri alpini e appenninici.
L’Uncem chiede anche a Regione, Parlamento e Governo, oltre ai piani per la defiscalizzazione, anche di sostenere la campagna “Compra in valle, la Montagna vivrà”, favorendo così tutte le azioni possibili di marketing territoriale individuate dalle Unioni montane di Comuni, in accordo con i soggetti privati, le imprese e le loro rappresentanze. Nonché di favorire nuovi progetti di sostegno agli esercizi commerciali di prossimità dei piccoli Comuni, già promossi in passato dalla Regione.
Un programma di mobilitazione dal basso, di proposta e di sensibilizzazione per le necessità delle aree ad “alta marginalità socio-economica” che arriva a pochi giorni da due odg per la defiscalizzazione delle aree montane già varati all’unanimità in Consiglio regionale del Piemonte. Ora si attende una specifica legge: che consenta ad esempio di eliminare l’Irap ai negozi e alle imprese delle Terre Alte o comunque di avviare nuovi progetti per il sostegno al commercio di prossimità.
L’odg che i Comuni approveranno richiama la “Strategia aree interne” che dovrà individuare sgravi fiscali per le zone montane. Ma anche la necessità di superare gap strutturali permanenti che finora hanno impedito a molti esercizi commerciali e a molte imprese di crescere e sopravvivere nei Comuni montani più distanti dai poli dei servizi. Così è aumentata la desertificazione commerciale (80 Comuni piemontesi senza negozi, altri 200 a rischio).
L’odg lancia un monito all’Europa, affinché dal Governo, dal Parlamento e dalla Regione possa partire un chiaro no allo stop di Bruxelles alle iniziative contro la defiscalizzazione in alcune aree, in nome della concorrenza.
“Visto che alla Germania è stato recentemente concesso di portare in house i suoi porti, per evitare finissero in mano cinese, si permetta dunque all’Italia di varare una legge che permetta di sostenere la montagna, le zone più interne e le sue imprese, di tutti i tipi – afferma Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – È un’azione di civiltà, di buon senso e di grande vantaggio per l’intera collettività piemontese. Sui media leggiamo di abbandono delle aree montane, ma sempre più anche storie di ‘ritorno’. Si possono moltiplicare. Ma servono norme e azioni chiare, occorre agire subito. La politica deve fare la sua parte, le sue scelte”.
Recenti rapporti sulla montagna, dimostrano che ove vi sono state opportune strategie regionali (come in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta), la popolazione è cresciuta.
“Nelle aree montane delle altre Regioni alpine si sono perse quasi un milione di persone, scese a valle – evidenzia Riba –. Non vogliamo assistenza, ma sgravi fiscali sì, capaci di sostenere chi sceglie di restare e far crescere l’economia di un territorio. Non saranno le ideologie UE sulla concorrenza a bloccarci. La voce e le proposte dei Comuni sono un chiaro segnale di impegno e mobilitazione istituzionale che interpella tutte le forze politiche, affinché agiscano subito. Uncem farà la sua parte e dà la massima disponibilità al Consiglio regionale del Piemonte per approfondire il tema e individuare soluzioni”.