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Settore per settore il 2013 agricolo a Cuneo


Si è chiuso da pochi giorni un 2013 non di certo avaro di problemi e note negative per il settore primario, ma le migliaia di aziende agricole della provincia di Cuneo hanno già iniziato a programmare la nuova annata agraria con l’augurio che il 2014 possa rappresentare quello della ripresa. Si lavora, infatti, a una razionale pianificazione di tutte le operazioni propedeutiche ai raccolti e c’è chi (vedi le aziende del comparto zootecnico) non conosce soste. “Nonostante le difficoltà crescenti, l’agricoltura non si ferma – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –; una volta chiusa l’annata agraria già è ripartita pensando a come migliorare quella successiva. È un processo che non conosce interruzioni e che procede spedito nonostante il disinteresse evidente della politica nei confronti del settore”. Il direttore sottolinea proprio la distanza crescente tra il sistema produttivo e quello politico: “Sembriamo vivere su pianeti diversissimi: le aziende sempre pronte a mettere in atto soluzioni per far fronte al difficile momento economico e la politica del tutto immobile e priva di idee realizzabili e risolutive”.
Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino, prosegue: “Uno dei mali più evidenti che continua a colpire l’agricoltura è l’eccesso di burocrazia con continue novità che complicano il lavoro di agricoltori e allevatori. Le misure fiscali introdotte dal Governo, poi, mettono a dura prova le imprese agricole. Una nota positiva è rappresentata dal ritorno alla tassazione agevolata sulla Piccola proprietà contadina, misura questa che contribuirà allo sviluppo del settore. Su questo fronte la nostra associazione si è fortemente battuta”.
L’anno appena terminato sarà ricordato in agricoltura per l’anomalo andamento climatico che ha influito sui tempi di semina, ritardando in molti i casi i raccolti anche di alcune settimane, influendo spesso negativamente sui quantitativi prodotti. È stata un’annata difficile per la zootecnia con una contrazione dei consumi in alcuni settori e costi di produzione ancora in crescita. Secondo le analisi effettuate dal Centro Studi di Confagricoltura, il valore aggiunto agricolo nei primi nove mesi del 2013 è sceso dell’1,4%. È andata meglio degli altri comparti dell’economia nazionale, ma il dato negativo si somma ad una serie di flessioni che durano ormai da troppi anni e che evidenziano un calo di produttività che va sanato quanto prima. A scendere a livello nazionale sono stati anche gli occupati in agricoltura (-4,3% in complesso e -3,3% gli occupati dipendenti), andando così ad annullare i positivi effetti registrate dal 2011 al 2012 e che avevano fatto scommettere su una inversione di tendenza strutturale. “Questi dati negativi – proseguono dall’associazione – non sono imputabili all’agricoltura, ma alla difficile congiuntura economica e alla mancata messa in campo di misure politiche adeguate per il rilancio del reddito e dell’occupazione”. In questo contesto lascia ben sperare l’internazionalizzazione del settore: nei primi dieci mesi del 2013 l’export agricolo (+3,4%) e agroalimentare (agricolo più trasformati: +5,5%) hanno registrato performance decisamente migliori dell’export nazionale complessivo (-0,2%). Ma vediamo, comparto per comparto, come sono andate le cose nel 2013 in provincia di Cuneo.

Cereali
L’anomalo andamento climatico ha influito negativamente sul raccolto del mais, ritardandolo di alcune settimane e, in molti casi, compromettendolo in buona parte. Le prolungate piogge primaverili hanno provocato dannosi ristagni d’acqua, mentre in altri casi il clima siccitoso estivo ha provocato danni ai terreni non irrigabili. Mediamente le rese sono nettamente inferiori al 2012. Nei terreni irrigabili la quantità tiene, ma sono aumentati i costi di produzione. Il principale nemico del mais è stato sicuramente l’umidità. Inoltre le semine tardive hanno accorciato i cicli. Il grano, nonostante previsioni pessime, in realtà ha avuto rese interessanti e i cerealicoltori si sono detti, alla fine, soddisfatti. L’andamento climatico della primavera, infatti, è stato poco favorevole al grano, ma le quantità si sono rivelate interessanti (anche se inferiori al 2012), tranne che per alcuni terreni dove si sono verificati problemi di ristagno dell’acqua. Discorso analogo per l’orzo, anche se alcune varietà hanno patito maggiormente le piogge primaverili.

Bovini da carne
Il comparto dei bovini di carne è in evidente difficoltà. I costi di produzione continuano a crescere, ma non vengono supportati dalle vendite: si registra, infatti, una contrazione nei consumi. Per quanto riguarda le quotazioni si notano numeri stabili ormai da mesi che non seguono, quindi, l’andamento crescente dei costi mettendo in ovvia difficoltà gli allevatori.

Suini
Una perdurante crisi ha interessato il comparto suinicolo anche nel 2013. L’andamento è stato altalenante ma, sostanzialmente, continua a essere molto negativo. Pesano fortemente sul comparto i costi elevati dei mangimi e le quotazioni si attestano ancora su livelli piuttosto bassi. Il comparto non si è risollevato nemmeno nel periodo canonico dell’autunno: i prezzi sono crollati e manca un accordo soddisfacente tra produttori e macellatori.

Polli e galline
I costi di produzione in aumento non danno respiro a un settore che negli ultimi anni tanto ha dovuto investire per adeguarsi alle normative europee e al benessere animale. Dopo un miglioramento delle quotazioni durante i mesi estivi, il comparto ha subito di nuovo un crollo dei prezzi dovuto anche ad una contrazione dei consumi di polli e galline.

Uva e vino
Il freddo primaverile ha ritardato il ciclo produttivo delle piante. L’annata è stata contraddistinta da una buona qualità e anche la produzione ha registrato un aumento importante (15%). Buona qualità per le uve bianche (Moscato, Chardonnay, Favorita e Arneis), i vini rossi sono caratterizzati da un buon grado zuccherino: generale si è riscontrata un’elevata qualità su tutti i vini, in particolare, per i Baroli.

Frutta
Per la frutta annata contraddistinta dall’andamento incerto del clima, ma comunque interessante. Pesche buone, anzi ottime, ma con rese in calo (la raccolta è iniziata in ritardo): la campagna è stata caratterizzata da prezzi non soddisfacenti. Albicocche e piccoli frutti hanno anche loro subito l’anomala primavera, ma ne hanno risentito solamente in termini di rese: la qualità, infatti, è stata molto buona. Mele estive: gustose e caratterizzate da un’ottima colorazione, la campagna si è risolta nel migliore dei modi con un crescente interesse per i nostri frutti da parte dei mercati esteri.

Nocciole e castagne
Qualità buona e produzione in leggero calo per le nocciole. La produzione è stata penalizzata soprattutto nelle zone di fondovalle, mentre in altre aree si sono registrati quantitativi stabili. Le piogge hanno favorito il raggiungimento di un buon calibro e le rese alla sgusciatura sono state positive, ma inferiori al 2012. Per le castagne è stata un’annata molto variegata con produzioni differenti a seconda dei diversi areali della provincia anche se, in definitiva, la stagione si è rivelata abbastanza scarsa. La qualità è stata comunque buona, con pezzature medie. Segni positivi sono arrivati dalla lotta al Cinipide galligeno, registrando danni più contenuti. C’è bisogno di razionalizzare gli impianti con messa a dimora di nuove varietà.