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Scoperta prugna australiana con effetti anti-Alzheimer


I ricercatori australiani sono fiduciosi: il frutto autoctono australiano “Kakadu plum” potrebbe fornire il trattamento antiossidante più potente nella lotta contro il morbo di Alzheimer.
Il presidente della Fondazione Ageing and Alzheimer’s Disease della Cowan University, Ralph Martins, racconta che le prime indicazioni, emerse dagli studi, attribuiscono al frutto Kakadu proprietà antiossidanti fino a sette volte maggiori della curcumina, il composto chimico contenuto nella curcuma, attualmente impiegato in studi clinici come trattamento di Alzheimer.
La prugna Kakadu è il frutto della pianta Terminalia ferdinandiana, un sottile albero che cresce fino a 32 m di altezza, con una traballante corteccia di colore crema-grigio, e decidue verdi pallide foglie. I fiori sono piccoli, di colore bianco crema, profumati, e posti verso l’estremità dei rami. La fioritura avviene da settembre a dicembre. Il frutto è di colore giallo-verde, di circa 2 cm di lunghezza e di 1 cm di diametro, con un becco corto presente sulla punta, e contiene un grande seme. Il frutto matura a partire dal mese di marzo. I frutti, comunemente noti come prugne Kakadu, sono stati utilizzati dagli Aborigeni australiani per decine di migliaia di anni. Il tondeggiante, frutto verde chiaro viene solitamente consumato crudo, ma si può anche fare una marmellata. I frutti hanno guadagnato molta popolarità dopo i risultati sul loro contenuto di vitamina C. La concentrazione di vitamina C nel frutto della Terminalia ferdinandiana varia da 3200 a 5000 mg ogni 100g una cifra incredibile se la paragoniamo con quella delle arance note per il loro alto contenuto di vitamina C che è di circa 50mg ogni 100g.
La prugna Kakadu è la più ricca fonte naturale al mondo di questa vitamina essenziale. Inoltre, alti livelli di folati sono stati segnalati più recentemente, e gli scieziati hanno trovato un contenuto altrettanto notevole di antiossidanti polifenolici. Questo composto naturale potrebbe arrivare a sperimentazione clinica velocemente, ma quello che dobbiamo fare prima è vedere in laboratorio se è in grado di proteggere i neuroni del cervello dagli agenti tossici (tra cui la beta-amiloide) che uccidono le cellule del cervello.
Le analisi scientifiche potrebbero iniziare già a metà del 2015 e, in caso di successo, le prugne Kakadu potrebbero essere coltivate più ampiamente a scopi medici.

(Fonte: Cia Cuneo)