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Scommessa sul melo venerdì 29 al Creso


Con la pesca che soffre della crisi europea dei consumi e l’actinidia ostaggio della batteriosi, i frutticoltori piemontesi guardano al melo con giustificata attenzione. L’ambiente pedemontano è infatti tra i più vocati in Europa e l’esportazione è rivolta a mercati “oltremare”, tutt’altro che in crisi. L’aumento delle superfici è già ben visibile.
Si tratta di decisioni impegnative sotto il profilo dei costi (40.000 Euro/ettaro) e della durata.
Per guidare questa tendenza e fornire il più aggiornato supporto informativo, il Creso organizza il convegno “Il melo in Piemonte”, venerdì 29 novembre 2013 presso il Centro ricerca per la frutticoltura di Manta (Cn).
Interessanti le opportunità offerte dall’innovazione varietale. Nuove tipologie per aprire nuovi mercati o miglioramenti delle varietà esistenti, per aumentare la percentuale di frutti di prima scelta. La stazione sperimentale piemontese fa parte del circuito nazionale “liste varietali dei fruttiferi” coordinato dal CRA e partecipa alla rete di ricerca europea EUFRIN – apple variety testing. Tutte le nuove varietà disponibili a livello internazionale vi sono state studiate in fase di prototipo. Il responsabile Lorenzo Berra ne può quindi parlare sulla base dell’esperienza diretta sul territorio. Se il periodo medio-precoce è ben coperto da varietà di successo come i nuovi cloni di Gala e Red Delicious, le attese sono concentrate nel periodo successivo, fino a 20 giorni dopo Golden Delicious. L’estirpo di centinaia di ettari di actinidia sta lasciando un vuoto nella logistica aziendale, da sostituire con varietà che si raccolgano lungo tutto il mese di ottobre.
La struttura architettonica dei nuovi meleti va studiata alla luce dei nuovi percorsi agronomici. Tutta la tecnica colturale viene rivisitata alla luce degli obiettivi di: più qualità, meno costi e riduzione degli input energetici. Il punto più delicato di questo itinerario-qualità è oggi la gestione del carico produttivo.
Alessio Pavarino parlerà del diradamento meccanico dei fiori, in sostituzione o in sinergia con gli interventi convenzionali. Dopo la fine dell’era carbaryl, i nuovi fitoregolatori si sono rivelati soft non solo per l’ambiente, ma anche per l’efficacia. Gli insuccessi della scorsa stagione si sono tradotti in deficit di pezzatura e… bruciano ancora.
Nell’ambito del Progetto AGER – Qualità della mela il Creso e l’Università di Bologna stanno studiando l’impiego di nuove promettenti molecole.
Ma l’intervento che assicura un’efficacia costante è quello meccanico, con la Darwin® o altre apparecchiature spazzolatrici che rimuovono selettivamente i fiori. I limiti ad una più ampia applicazione sono la forma di allevamento e soprattutto la gestione delle branche in taille longue, che ostacolano la penetrazione delle spazzole nella parte interna della chioma.
Graziano Vittone riferirà della nuova modellistica per l’impianto dei meleti, con forme di allevamento a pareti strette e branchette fruttifere non intralcianti. Le distanze d’impianto sono graduate sul vigore impresso dai portinnesti.
Davide Nari farà il punto su questo tema, riferendo della sperimentazione in corso sulla nuova serie di portinnesti di Geneva (NY, Usa): G11 – G16 – G41.
Chiara Morone, del Servizio fitosanitario della Regione Piemonte, e Luca Nari sensibilizzeranno gli operatori sulla minaccia del colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora), riferendo degli sforzi per isolare i focolai segnalati quest’anno sul territorio.

TUTTE LE MELE DEL PIEMONTE
In Piemonte si coltivano 5.200 ettari di melo, con una produzione di 140.000 tonnellate. La coltivazione è concentrata sulla fascia di altipiano sospesa a balconata ai piedi delle Alpi Marittime e Cozie, un ambiente pedemontano a 400-600 m s.l.m. L’altitudine struttura la polpa, rendendola più soda e compatta. L’intensa radiazione luminosa e le escursioni termiche giorno/notte colorano intensamente l’epicarpo. Si è così sviluppata una tradizione di varietà buccia rossa, dalle autoctone Runsé, Dominici e Gambe fine, alle più recenti Gala, Fuji, Braeburn e Delicious rosse, che costituiscono il paniere varietale della IGP Mela Rossa Cuneo. I flovonoidi, i pigmenti che colorano di rosso le mele di montagna, contrastano i radicali liberi che danneggiano i tessuti del nostro organismo. Svolgono un’azione anti-età e prevengono le malattie cardiovascolari.