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Sarmenti e vinacce fonti di energia rinnovabile


Ricavare energia dai sottoprodotti della viticoltura fu, già nel 2009 ad Alba, argomento oggetto di un incontro nazionale in cui si confrontarono operatori agricoli ed istituzioni. Si intendeva gettare le basi per una sfida che in Piemonte interessava, ed interessa tuttora, 900’000 quintali di sarmenti che, ogni anno, debbono essere gestiti dai viticoltori, a cui si aggiungono 1’400’000 quintali di vinacce come residuo della vinificazione. Un materiale che, se non reimpiegato, pone seri problemi di recupero, mentre, se valorizzato con la combustione o la massificazione, può contribuire allo sviluppo della produzione energetica da fonti rinnovabili e valere tra 10 e 15 euro per quintale di biomassa in un anno. Da allora, però, grandi passi in avanti sull’argomento in Piemonte non se ne sono fatti nonostante sia noto a tutti che la green economy, anche dal comparto vitivinicolo, può creare valore e occupazione sul nostro territorio. Di recente, a Conegliano Veneto, lo stesso argomento è stato riaffrontato ma questa volta coniugato con i risultati del progetto “Produzione Sostenibile di Energia da Combustione e di Compost” realizzato per rispondere alla problematica dello smaltimento delle biomasse residuali originate dai processi di gestione del vigneto e di vinificazione, primi fra tutti sarmenti e vinacce.
L’obiettivo? Eliminare la consuetudine della bruciatura all’aperto o dell’interramento dei residui della potatura, della via della distillazione ai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e fecce) e favorire un riutilizzo intelligente, che permetta di dare nuova vita a questi materiali rendendoli utili nella produzione aziendale. I dati emersi sono indubbiamente interessanti:
La superficie di 1 ettaro di vigneto produce annualmente circa 1.200 kg di sostanza secca in sarmenti di potatura, che, sulla base del loro potere calorifico, equivalgono a 5.520 kWh di energia. Ciò significa che 1 ettaro di vigneto produce l’equivalente di energia di:
• 552 litri di gasolio (PCI = 10 kWh/litro);
• 552 mc di metano (PCI = 10 kWh/mc);
• 809 litri di GPL (PCI = 6,82 kWh/litro).
Un argomento, questo della valorizzazione energetica dei residui di potatura della vite, che merita una nuova trattazione anche in Piemonte alla luce delle recenti e positive esperienze in Veneto e Friuli Venezia Giulia nonché per tutta una serie di aspetti positivi che avvalorano i pregi del recupero a fini energetici dei sarmenti:
– il contributo alla diversificazione delle fonti energetiche, con conseguente riduzione dell’impiego di combustibili fossili e dell’emissione di gas serra in atmosfera;
– la miglior cura e gestione del territorio delle aree rurali;
– l’assenza di una competizione di tipo “food/non food” nella destinazione energetica del prodotto finale, per cui non si incorre in rischi di obiezioni di tipo etico alla valorizzazione di questi scarti per produrre energia, in quanto questa finalità non comporta nessuna sottrazione di prodotto alla filiera alimentare.
Il Cipat cuneese proporrà l’organizzazione di uno specifico incontro sull’argomento con l’intervento degli autori del progetto veneto”.