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Salviamo l’Italia dalla cementificazione


L’agricoltura potrà presto contare su un “muro” legislativo contro quel cemento selvaggio che divora ogni giorno cento ettari di terra fertile destinata a produrre quel cibo di cui potrebbe esserci una carenza drammatica nei prossimi anni.
Su proposta del ministero delle Politiche agricole, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge “anticemento” mirato alla valorizzazione delle aree agricole e al contenimento del consumo del suolo. La parola ora passa alle Camere dove sarà necessario calendarizzare il provvedimento per approvarlo prima della fine della legislatura.
“Non c’è dubbio che l’erosione di terre fertili sia imputabile oltre che alla sottrazione per usi industriali, residenziali, civili ed infrastrutturali anche dall’abbandono delle zone marginali, non in grado di garantire un reddito sufficiente a mantenere l’attività agricola – sottolinea la Coldiretti, nell’esprimere soddisfazione per il provvedimento -. Occorre difendere il terreno agricolo dal cemento nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali valorizzando quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli ai quali va riconosciuto un giusto reddito”.
Per il premier Mario Monti, che ha presentato il ddl assieme al ministro delle politiche agricole Mario Catania, “è un provvedimento molto significativo, che rimedia molti mali che caratterizzano l’Italia, la società italiana e l’economia italiana, oltre che il suolo italiano. Forse avremmo dovuto inserirlo nel salva Italia, perché qui c’è molto di salvezza di un’Italia concreta”.
Il ddl si caratterizza innanzitutto per fissare l’estensione massima di superficie agricola edificabile nazionale; le regioni, a loro volta, la stabiliscono su scala regionale e la ripartiscono tra i Comuni. “L’obiettivo è limitare il processo di cementificazione delle aree agricole – spiega il ministro Catania – e porre fine a un trend assai pericoloso per gli assetti idrogeologici, la filiera alimentare e, ovviamente, il paesaggio”. Il ddl prevede anche di interdire i cambiamenti di destinazione d’uso per i terreni agricoli che abbiano ricevuto aiuti dalla Ue per i successivi cinque anni al recepimento dei sostegni.
Si abroga inoltre la norma che consente che i contributi di costruzione siano parzialmente distolti dalla loro naturale finalità – consistente nel concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria – e siano invece destinati alla copertura delle spese correnti dell’Ente locale. Verrà anche istituito un comitato con la funzione di monitorare il consumo di superficie agricola sul territorio nazionale e il mutamento di destinazione d’uso dei terreni agricoli.