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Ritirato l’emendamento su Federconsorzi


Alla fine è arrivata la marcia indietro. Il governo ha ritirato l’emendamento alla manovrina correttiva che stanziava 40 milioni per la ristrutturazione dei debiti dei consorzi agrari.

La Confederazione italiana agricoltori delle aree terremotate aveva parlato di “schiaffo. “Grave che il governo, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per il Paese, si impegni a foraggiare un sistema marcio“, aveva attaccato la Cia.
Così, dopo un tentativo di difesa d’ufficio arrivato dal viceministro all’Economia Enrico Morando l’esecutivo ha fatto dietrofront.

Speriamo che questo sia l’ultimo tentativo di riesumare il cadavere della Federconsorzi, che é stato uno dei più giganteschi crac nella storia italiana. L’unica cosa da fare sarebbe mettere una pietra tombale su una vicenda che si trascina ormai da 26 anni, tra battaglie legali, ricorsi, appelli e Cassazione e ha visto opposti liquidatori, ministero e altri soggetti.

Anche il sistema dei consorzi agrari, sopravvissuto al crac della Federconsorzi, naviga in cattive acque. Da un’analisi preliminare condotta dalla Cia sui bilanci di 21 consorzi agrari e 1.432 imprese private attive (cooperative e società di capitali), operanti nella distribuzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nella gestione di prodotti agricoli nel quinquennio 2011-2015, é emerso che la perdita d’esercizio cumulata dal sistema dei consorzi agrari è stata pari ad 89 milioni di euro. Mentre nel 2015 i consorzi agrari perdevano 16,6 milioni di euro, le imprese private, che remuneravano i prodotti agricoli allo stesso livello di prezzo, guadagnavano 139 milioni di euro.

La Cia del Piemonte, che da anni è critica sulle scelte fatte in Piemonte dai Consorzi agrari, crede sia giunto il momento di dire basta ai bilanci in perdita, ai fatturati che ogni anno diminuiscono e ad un modello di gestione non più adeguato all’agricoltura che stiamo vivendo.