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Riforma Pac, vigilare su chi non ne ha diritto


Sala Conferenze della Galleria d’Arte Moderna di Torino gremita all’inverosimile a far da cornice al Seminario “Riforma PAC tra criticità e opportunità: un cammino da saper governare”.
Ad aprire i lavori il video messaggio del presidente Roberto Moncalvo il quale ha ripercorso in sintesi la genesi delle scelte nazionali ed il ruolo giocato da Coldiretti.
L’introduzione al tema e ruolo di moderatore sono stati affidati al direttore della Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio che ha rimarcato la necessitò di una PAC semplificata ed accessibile senza troppa burocrazia nonché la facilitazione dell’accesso al credito per la parte a carico delle imprese agricole.
Quindi l’intervento dell’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero il quale ha voluto evidenziare il lavoro svolto da Coldiretti con le sue rappresentanze nazionali e regionali per giungere ad una Pac con risposte positive per le aziende piemontesi.
La relazione del professore Angelo Frascarelli della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia ha illustrato le istruzioni d’uso della nuova Pac.
E’ emersa una grande sintonia tra le aspettative generate dalla riforma della Pac nel mondo agricolo ed è stata evidenziata l’ importanza strategica ed economica dei fondi che giungeranno in Piemonte con la Pac. Di qui la ferma volontà, come più volte ribadito da Coldiretti, di destinare le risorse alle imprese agricole professionali e di vigilare affinchè la black-list, ovvero l’ elenco di quanti non possono accedere ai fondi Pac, non sia aggirata o, peggio ancora, non rispettata.
Tra le novità annunciate durante il convegno, la bozza del DM presentata alla Conferenza Stato-Regioni del 25 settembre non approvata per l’opposizione del Veneto. Le modifiche, dopo le osservazioni della Commissione europea, sono: l’ esclusione dalla black list delle pubbliche amministrazioni che hanno in gestione gli usi civici (articolo 3), e la modifica del guadagno insperato (comma 2, articolo 10). Il testo, trascorsi 30 giorni dal mancato accordo nella Conferenza Stato-Regioni (25 ottobre), andrà in Consiglio dei Ministri per l’approvazione.
Un’importante novità nella programmazione 2014-2020 della nuova PAC è l’inserimento nel primo pilastro di un sostegno obbligatorio ai giovani agricoltori in aggiunta al pagamento di base. In particolare, potrà essere destinato a tale sostegno fino al 2% del massimale nazionale previsto per i pagamenti diretti, corrispondente a 75 milioni di euro nel periodo 2015-2020. Il sostegno è previsto per un periodo di 5 anni. Da come è stato strutturato si evince chiaramente che si tratta di un sostegno volto ad accompagnare la fase iniziale della vita della nuova azienda. Sempre per i giovani il sostegno più importante, però, resta comunque quello previsto dal secondo pilastro (Sviluppo rurale). Anche nel secondo pilastro il giovane agricoltore viene identificato nelle persone fisiche di età non superiore ai 40 anni al momento della presentazione della domanda, che si insedia in qualità di capo azienda e che, in aggiunta a quanto previsto nel primo pilastro, possiede adeguate qualifiche e competenze professionali.
Le ultime novità fanno risaltare l’attenzione riservata ai giovani agricoltori sui quali Coldiretti e il sistema agroalimentare piemontese poggiano le basi per il futuro.