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Referendum, la Cia contro le trivellazioni


I cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi se consentire agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni.
Il referendum popolare si terrà in un solo giorno, domenica 17 aprile. I cittadini che intendono esprimersi sull’unico quesito potranno farlo presso il loro seggio dalle ore 7 alle 23. Al referendum potranno ovviamente votare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età entro il giorno fissato per la consultazione.
La Cia si schiera contro le trivellazioni e lancia un appello: “Coltiviamo di più la terra, che garantisce cibo sano ed energie pulite alternative al petrolio”: “Continuare a trivellare terra e mare è profondamente sbagliato – osserva il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone -. Bisogna fermare questo scempio che causa solo danni alla natura e non porta benefici reali e durevoli. Le risposte ai fabbisogni energetici sono nel lavoro dell’agricoltore che non sfregia la terra prosciugando risorse ma la preserva, la ama, la coltiva rendendola fruttuosa, crea paesaggio e produce energie “pulite” e rinnovabili, quindi infinite”.
Per questo la Cia-Agricoltori Italiani aderisce al Comitato nazionale per il “si” al prossimo quesito referendario, a cui sono chiamati a rispondere gli italiani il prossimo 17 aprile.
Gli agricoltori, infatti, rappresentano la “risposta verde” a quel petrolio nero che imbratta il nostro presente e il futuro dei nostri figli: “Questo Paese – continua Varrone – deve credere e quindi investire nel settore primario, non certo favorire l’esercizio di trivellazioni in mare e in terra per estrarre risorse energetiche fossili che tendono comunque all’esaurimento. Proseguire su questa strada è un non senso, tanto più nel nostro Paese, dove i margini di crescita e sviluppo dell’agricoltura e delle attività connesse sono enormi”.
“Agricoltura non è solo vino, olio, ortofrutta, allevamenti di eccellenza ma anche paesaggio, sostenibilità ambientale ed energia. Oggi l’agricoltura italiana ha già conseguito notevoli risultati per l’autosufficienza energetica da rinnovabili, ma molto ancora resta da fare: Parliamo di energia ricavata dal legno, dallo scarto delle coltivazioni, dal sole, dai residui organici degli animali, assorbimenti attivi di Co2 da suoli e da foreste. Con le giuste politiche di sostegno ed incentivi alla produzione di energia verde si può aumentare notevolmente il livello di produzione, rendendola disponibile per i cittadini. E questo è solo un aspetto di un più ampio raggio di convenienze nel coltivare più “green”.
Si tratta di una tematica di altissima rilevanza, per migliorare la qualità della vita di tutti gli italiani, rispettando l’ambiente naturale con una visione lungimirante. E’ necessario e doveroso, quindi, recarsi al seggio per il referendum ed è fondamentale votare “Si”.
E’ arrivato il momento di farsi sentire, agricoltori e cittadini assieme possono dettare una linea che impone finalmente alle Istituzioni di compiere una svolta verso una legge che guarda alla sostenibilità, offrendo nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro. L’opinione pubblica deve sapere che dal settore agricolo, dalla sua vocazione multifunzionale, c’è una concreta possibilità di creare almeno 100 mila nuovi posti di lavoro.
Con lo slogan “Perché trivellare l’Italia? Coltiviamola!” la Cia promuoverà nei prossimi giorni, e fino al 16 aprile, numerose manifestazioni di sensibilizzazione sull’importanza del referendum, in tutto il territorio nazionale. La scelta giusta da fare è: votare “si” per bloccare le trivelle”.