Sezioni


Ramassin, il frutto del Piemonte saraceno


Il Ramassin o Dalmassin è una varietà di susino autoctona, tipica del Piemonte sud-occidentale e diffusa su gran parte del territorio della provincia di Cuneo sotto forma di piante sparse. Ramassin e Dalmassin sono varianti linguistiche piemontesi (quest’ultima propria del Monregalese) che corrispondono all’italiano Damaschine, susine di Damasco.
La varietà afferisce infatti alla specie Prunus domestica L. subsp. insititia, “susino della Siria”, di cui Damasco è capitale.
Il Ramassin o Dalmassin è oggi uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Piemonte ed è stato oggetto di un recente articolo a cura del CReSO, pubblicato da una nota rivista di settore (Ramassin, susina autoctona del Piemonte tornata di moda. Costamagna F., Berra L., Carli C., Pellegrino S., 2014. Frutticoltura LXXVI, n. 4: 20-24).

LA STORIA DEL RAMASSIN
“I Ramassin sono un endemismo del Piemonte sud-occidentale con tracce di presenza anche nella Riviera di Ponente (Gallesio, in Pomona italiana, Pisa 1817-1839) e in Provenza. Le varianti dialettali in lingua piemontese Dalmassìn (Monregalese), Darmassìn, Gramassìn (Cebano), fino a Ramassìn (Saluzzese e Cuneese) sono trasformazioni del latino (medioevale) Prunus damascenus, cioè susino di Damasco, Damaschine”, spiega Silvio Pellegrino. “La distribuzione territoriale, che corrisponde alle aree delle incursioni saracene del IX e X secolo, induce infatti a ritenere che questa varietà sia stata introdotta dal Medio Oriente nell’alto medioevo, una delle tante tracce della civiltà araba nel Piemonte meridionale”.
Testimonianze riguardanti le prime forme di coltivazione di Ramassin in Piemonte si trovano negli archivi di alcuni comuni intorno a Saluzzo. La Valle Bronda divenne fin da subito un importante centro produttivo e commerciale del prodotto, tanto che nel periodo di raccolta si tenevano ogni sera due mercati completamente dedicati alle Ramassin: uno nel comune di Pagno e l’altro nel comune di Saluzzo, in Frazione San Lazzaro.

IL FRUTTO E LE SUE CARATTERISTICHE
Nell’articolo sopra citato gli autori descrivono il Ramassin come una susina di piccole dimensioni (10 – 15 g) di forma ovale e colore variabile dal giallo ambrato al blu fino al viola intenso. “Segno particolare del Ramassin è la caratteristica pruinosità – precisa Francesca Costamagna – la buccia è ricoperta da un sottile velo di pruina, una cera bianca naturalmente prodotta dalle cellule dell’epidermide. La polpa è morbida, dolce e aromatica e si stacca con facilità dal nocciolo”. Giunti a maturazione i ramassin si staccano dal ramo e vengono tradizionalmente raccolti a terra. Per attutire l’impatto e preservare al meglio l’integrità del delicato frutto, le piante vengono perlopiù allestite con reti sospese. La raccolta dev’essere in ogni caso tempestiva. La durata della cascola pre-raccolta è di 10-15 giorni, secondo le condizioni meteorologiche. I frutti maturano a partire dalla seconda decade di luglio fino a fine mese, ma la finestra di raccolta può variare a seconda della fascia altimetrica di coltivazione e dell’andamento stagionale.
I Ramassin si prestano bene sia al consumo fresco sia alla trasformazione artigianale. La tradizione ha infatti ideato diversi espedienti per rendere disponibile il frutto durante tutto l’anno, lasciandoci in eredità preziose ricette: la confettura di ramassin, gli sciroppati nelle burnìe, le brigne sëcche. Sono infine utilizzati come base per la preparazione di liquori aromatici e – cotti in forno o in tegame – accompagnano il tradizionale fritto misto alla piemontese.

L’ALBERO
L’albero di Ramassin è rustico, poco esigente in fatto di cure colturali e di interventi fitosanitari, adatto per la coltivazione biologica. Si adatta bene a diversi tipi di terreno e dimostra una buona resistenza al freddo (può infatti essere coltivato fino a oltre 1.200 m di altitudine).
“La varietà è molto pollonifera” – afferma Lorenzo Berra – “quindi, per evitare il ricorso a sostanze spollonanti è opportuno ricorrere a portinnesti non polloniferi. Il Ramassin è una varietà autofertile, con epoca di fioritura pressoché contemporanea a Stanley (prima decade di aprile nel Saluzzese). Il potenziale produttivo è di 20 – 25 t/ha, anche se la varietà è soggetta ad alternanza”.

PERCORSI DI VALORIZZAZIONE
E CANALI DISTRIBUTIVI
I Ramassin vengono ancora oggi venduti sui mercati all’origine, ma anche immessi dalle OP piemontesi nei canali della grande distribuzione organizzata, sempre più attenta e interessata ai prodotti del territorio. La produzione, nelle annate di pieno carico, si attesta intorno a 800 t, su una superficie di circa 50 – 60 ettari.
Nel Saluzzese è presente la maggior parte delle forme di aggregazione del prodotto. Qui è nato nel 2006 il Consorzio di promozione e valorizzazione del Ramassin del Monviso – Valle Bronda, che raccoglie una ventina di produttori, con una produzione di 50-60 t/anno, in crescita grazie a nuovi impianti. Il prodotto è immesso sui mercati dell’Italia Nord Occidentale in cestini da 1/2 kg. Recentemente il Ramassin del Monviso è diventato Presidio Slow Food, per promuovere la trasformazione del frutto in confetture, conserve e liquori tradizionali in modo da variegarne l’offerta.
Un’altra area tipica e tradizionale di coltivazione è il Monregalese, nella fascia pedemontana tra Bastia e Villanova Mondovì. Anche qui nel 2006 è nato il Consorzio “Dalmassin del Monregalese”, che raccoglie una decina di produttori, con una produzione di circa 80 t/anno.

(Fonte: Centro ricerca e sperimentazione ortofrutticola di Manta- Cn)