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Quote latte, un capitolo che va chiuso al più presto


Non stupisce Confagricoltura la lettera della Commissione europea che intima all’Italia di riscuotere 1,42 miliardi di euro dai produttori di latte che hanno superato le quote produttive individuali nel periodo dal 1995 al 2009. Si tratta di somme che lo Stato ha già versato a Bruxelles, senza però intraprendere le misure necessarie per recuperarle dagli “splafonatori”. Il quadro dei mancati pagamenti ha determinato un notevole danno all’Erario e pesanti distorsioni della concorrenza nei confronti degli allevatori che hanno rispettato le quote di produzione o pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti.
In Piemonte sono circa 400 gli allevatori che hanno aderito ai piani di rateizzazione del debito, previsti dalle leggi 119/2003 e 33/2009, mentre sono oltre 200 quelli che non hanno effettuato alcun versamento per sanare il loro debito, che ammonta complessivamente a circa 150 milioni di euro. “E’ un brutto capitolo – ha commentato il presidente della sezione latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino – che si deve chiudere al più presto e per sempre, perché ha già causato troppi danni ai produttori, oltre che a tutti i cittadini. E’ ora di imporre a tutti il rispetto delle regole, anche per un’esigenza di equità”.
Induce tuttavia a riflettere il tempismo della Commissione di Bruxelles che “bacchetta” l’Italia proprio in concomitanza di un momento delicatissimo per le decisioni in corso sul futuro della Pac e del budget europeo per il settore.
Confagricoltura si augura che tutto ciò non incida sul peso del nostro Paese nel negoziato, sul quale nutre forti preoccupazioni per il futuro dei nostri produttori di latte in caso dovesse prevalere la logica della piena liberalizzazione della produzione lattiera in Europa, con l’abolizione del regime delle quote. Peraltro, per i produttori non sarebbe prevista alcuna forma di compensazione, come invece è stato per altri settori sottoposti a limitazioni produttive.