Quota 100, come potrebbe cambiare l’accesso alla pensione con il nuovo sistema annunciato dal Governo

Un argomento di attualità, che sa facendo molto discutere, è quello relativo alla possibile riforma del sistema pensionistico.

È necessario premettere che il discorso non è ancora definitivo, pertanto le novità in ambito pensioni di cui qui si tratterà sono ancora da confermare e, quindi, potrebbero subire modifiche, più o meno importanti.

Per quanto concerne il sistema di calcolo dell’età ai fini della maturazione del diritto alla percezione della pensione, si sente molto parlare del cosiddetto “Quota 100”. Esso è un metodo di calcolo, in fase di discussione, che potrebbe prevedere l’accesso alla pensione per chi abbia un’età anagrafica che, sommata agli anni di contributi versati, dia un risultato almeno pari a 100. È opportuno precisare che, al momento, sarebbe prevista una clausola ulteriore molto importante: oltre al requisito di arrivare a 100 sommando età anagrafica ed età contributiva, il soggetto richiedente la pensione dovrebbe avere almeno compiuto 62 anni.

Con un sistema del genere, se venisse implementato, ci sarebbero alcuni importanti punti da considerare:

• Innanzitutto, pare che, in linea generale, quindi salvo particolari categorie di lavoratori, il sistema non preveda la possibilità di accedere al pensionamento prima dei 62 anni.
• In secondo luogo, rispetto al sistema attuale, molti potrebbero ritrovarsi con un termine per la decorrenza della pensione più breve.

A titolo di esempio, dunque, si potrà avere il diritto all’accesso alla pensione per un soggetto di 62 anni con 38 anni di contributi versati, oppure per un soggetto di 64 anni con 36 anni di contributi versati, e così via.

Il sistema “Quota 100”, così come in fase di discussione, appare uno strumento interessante e che cambierà la possibile decorrenza della pensione per molti soggetti, ma occorrerà analizzarlo dettagliatamente per comprenderne a pieno le implicazioni pratiche.

Angelo Pasero, Agrieuro (Savigliano)