Quest’anno poche uve ma prezzi interessanti
“Avevamo detto che se siccità e caldo fossero perdurati, le nostre stime di vendemmia avremmo dovuto vederle a ribasso, e così, purtroppo, sarà, anche se è difficile dire di quanto, ad oggi. Da tutti i territori che stiamo monitorando arrivano notizie in questo senso. Sul fronte della qualità, c’è chi si sbilancia: io ritengo che quest’anno più che mai non sia il caso di usare termini generici da grande annata, non ha senso. Qualcosa di più, sia sulla quantità che sulle ipotesi qualitative, potremo dirlo a metà settembre, quando saremo ormai al 70% della vendemmia”.
Così, a WineNews, il presidente degli enologi italiani (Assoenologi) Riccardo Cotarella.
Facile, dunque, pensare che si possa anche scendere sotto la soglia dei 40 milioni di ettolitri, e non si nasconde qualche preoccupazione in più sulle varietà rosse più tardive, che sono una parte fondamentale della produzione del Belpaese.
“A memoria d’uomo – afferma Cotarelli – non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata”.
“Considerata la scarsa produzione di questa annata, che coinvolge tutte le Regioni italiane – conclude Cotarelli -, le contrattazioni delle uve e dei vini Doc e Igt risultano piuttosto vivaci, con un incremento dei prezzi per tutte le tipologie, in particolare per quelle più richieste; ed anche i vini generici e senza denominazione, dopo un abbassamento delle quotazioni degli ultimi anni, dovuto alla forte concorrenza di altri Paesi, registrano un aumento dei prezzi”.
(Fonte: Cia Piemonte)