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Proposta di legge francese per sparare ai lupi


Il Senato francese ha approvato in prima lettura un progetto di legge sul futuro dell’agricoltura, sostenuto dal ministro dell’Agricoltura Stephane Le Foll, nel quale è stato introdotto un emendamento che dà la possibilità agli allevatori di abbattere i lupi.
L’elevata concentrazione di branchi unita ai continui attacchi agli allevamenti di ovini e bovini, ha convinto i Francesi a una scelta drastica, per tutelare l’economia montana. Il ministro dell’Agricoltura Stéphane Le Foll era già intervenuto lo scorso anno autorizzando il prelievo controllato dei lupi, ma soltanto per il tramite di cacciatori addestrati. L’emendamento estende il permesso di sparare ai lupi anche agli allevatori in possesso di una regolare licenza di caccia, nel caso che la loro mandria sia realmente minacciata.
L’emendamento è stato accolto con favore nell’entroterra della Costa Azzurra dove non passa giorno senza che mandrie di pecore vengano assalite da branchi di lupi.
La decisione del Senato d’Oltralpe di aprire la caccia al temuto predatore, se otterrà il via libera anche dall’Assemblea Nazionale, potrebbe avere ripercussioni nelle nostre vallate, con possibili migrazioni dei branchi stazionanti nelle zone di confine che potrebbero cercare rifugio sulle montagne del Piemonte.
Si riaprirà quindi inevitabilmente anche nella nostra Regione la discussione tra animalisti e pastori sul problema del lupo. Speriamo che stavolta sia possibile affrontare serenamente la questione senza grida ed invettive da ambo le parti, cercando di trovare una via di mezzo che tenga conto sia della necessità di salvaguardare la biodiversità animale, sia delle esigenze dei pastori e dei margari.
Classificati negli ultimi decenni del secolo scorso come “specie a rischio di estinzione” e resi perciò intoccabili a norma di apposite convenzioni internazionali (quella relativa al lupo venne firmata a Berna nel settembre 1979), i lupi non corrono più alcun rischio di estinguersi, ma al contrario rischiano di far estinguere la pastorizia e l’alpeggio, e inoltre la vita stessa degli abitati di maggior quota.
Gli strumenti di difesa finora adottati in Piemonte ed in altre Regioni italiane, quali recinzioni tradizionali, elettrificate o miste e dissuasori elettronici, nonché i cani da guardia adeguatamente selezionati, si sono rilevati molto costosi e poco efficaci.
Molte nazioni, oltre la Francia, che di solito gli Italiani ritengono più civili e democratiche (certamente più pratiche ed efficienti!) quali Svezia, Norvegia, Svizzera e USA, hanno deciso di tenere sotto controllo le popolazioni dei lupi consentendo per legge l’abbattimento dei numeri in eccesso. In Italia invece continua a prevalere un certo paleo-ambientalismo che vorrebbe a favorire, se non addirittura a stimolare, il rinselvatichimento delle terre alte, a discapito degli uomini che ne sarebbero degli occupanti abusivi.
A lungo termine la conseguenza di questa politica sarà l’abbandono della montagna con gravissimi contraccolpi negativi tanto sul piano socio-economico quanto su quello ambientale.

(Fonte: Cia Piemonte)