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Progetto Ulisse alla ricerca delle varietà perdute


Si sono tenuti due incontri sulle tematiche giovanili e sulle possibilità occupazionali che la Sardegna può offrire.
Da una considerazione generale è emerso che mentre sul pianeta ci sono circa duecentocinquantamila specie di piante l’agricoltura prettamente industriale moderna ne utilizza meno di millecinquecento.
Il 95% del nostro fabbisogno alimentare e’ assicurato da appena trenta specie. Si calcoli che da soli gli indiani d’America coltivavano più di 1100 specie.
L’abilità degli agricoltori ha contribuito al miglioramento, aumentandone la rusticità, di specie e varietà, ha selezionato quelle che nel corso dei secoli meglio si adattavano ai climi, alle condizioni difficili, più resistenti alle fitopatologie e facili da conservare.
Un dato significativo: in India si coltivano ormai solamente dieci varietà di riso mentre prima, proprio per rispettare le caratteristiche proprie di ogni territorio, se ne coltivavano trentamila. In Europa solamente negli ultimi cento anni sono andati perdute più della metà delle varietà coltivate.
L’agricoltura industriale praticata attualmente in larga scala fornisce prodotti standardizzati dai sapori omogenei ed omologati. Gli agricoltori sono spinti a forme di agricoltura ed allevamento pericolosamente intensive, cercano un’altissima resa e utilizzano varietà ibride selezionate e brevettate da multinazionali del settore.
La riduzione della biodiversità compromette le tradizioni, cancella competenze ancestrali legate alle diverse tecniche di produzione e di gestione delle risorse. La scomparsa di semi e di razze selezionate nel corso dei secoli dalle mani attente dei coltivatori che ci hanno preceduto comporta la totale e irrimediabile scomparsa di un patrimonio di conoscenze, di cultura oltre che di diversità biologica.
La Sardegna, se da un lato ha pagato lo scotto perché morfologicamente inadatta alla coltivazione intensiva perché un territorio privo di grandi spazzi pianeggianti, dall’altro lato se sfruttata adeguatamente per una produzione di qualità e strettamente biologica potrebbe offrire posti di lavoro ritagliandosi fette di mercato ancora sommerse.
Solo sganciandosi da un’idea sbagliata di sviluppo legato in maniera troppo vincolante al settore secondario o basato su forme più o meno chiare di assistenzialismo si potranno creare nuove attività tradizionali artigianali e agricole.
Sicuramente alcuni problemi sono innegabili: l’insularità fa lievitare i costi di trasporto e di commercializzazione, penalizzando fortemente lo sviluppo.
Ma attraverso nuove mentalità imprenditoriali che puntino su prodotti tipici diminuendo la filiera e la trasformazione diretta si possono creare nuove attività imprenditoriali.
Al fine di creare nuovi modi di pensare favorendo nuove realtà produttive l’Associazione Gemini grazie alla collaborazione di alcune aziende piemontesi ha tenuto dei corsi pratici sulla trasformazione degli Agrumi. Un ringraziamento particolare va alla ditta Cherasco di Busca, all’Azienda Agricola dei fratelli Fino di Revello e alla Cooperativa Sociale Libero mondo. Tutti imprenditori che hanno dato gratuitamente un aiuto basato sulla logica della solidarietà e della condivisione.
Prosegue intanto l’iniziativa di adottare un agrumeto attraverso cui si vuole tutelare il patrimonio agrumicolo salvaguardando vecchie varietà come il mandarino sardo, il Melangolo, l’arancia Sarda, il mandarino tardivo… In una terra tanto avara di opportunità lavorative a chi volesse si propone di acquistare una pianta di un agrumeto o un agrumeto e darlo in gestione all’associazione Gemini.
E’ un appello rivolto a tutte le persone di buon volontà, alle associazioni, ai comuni, ai gruppi di famiglie, a tutti quelli che credono che dalle parole si debba passare ai fatti.
Il difficile momento di crisi che stiamo vivendo pone a tutti domande serie sullo stile vita da adottare e sulle priorità dei nostri valori di riferimento: la difesa alla vita, la famiglia, la dignità della persona, la cultura del lavoro, la giustizia sociale, la pace, la legalità, la solidarietà, la gratuità.
L’associazione si farà garante dell’immediatezza del passaggio di proprietà qualora il proprietario del fondo trascorso il periodo di affitto concordato volesse tornare in possesso del terreno. Questa iniziativa garantirà lavoro ai giovani, salvaguardando l’ambiente con coltivazioni biologiche..

Per informazioni Toni Dellavalle 328/9186557 responsabile Progetto Ulisse Piemonte