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Prezzi agricoli all’origine  in calo del 10 per cento


In Italia, rileva l’analisi AgrOsserva, gli acquisti domestici di beni alimentari non manifestano ancora segni di ripresa. In base alle elaborazioni Ismea, i listini dei prodotti agricoli nazionali, nel primo scorcio dell’anno, restano bassi, di riflesso anche al corso deflativo delle principali commodity a livello internazionale.
Nei primi tre mesi si registra, infatti, un calo dei prezzi all’origine del 10,1% (rispetto al livello dei primi tre mesi del 2015) per la flessione dei prodotti zootecnici (-3,4%) ma soprattutto di quelli vegetali (-15,2%).
Ad aprile e a maggio la tendenza negativa tuttavia si attenua (rispettivamente, del -7,8% e del -4,6% le variazioni mensili su base annua), grazie alla ripresa mensile delle quotazioni di frutta e ortaggi.
Sul fronte dei costi, l’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione evidenzia una flessione dell’1,9% rispetto al primo trimestre del 2015. La fiducia delle imprese agricole nei primi mesi del 2016 è tornata su terreno negativo, nonostante il settore spunti scivoli nell’accesso al credito. secondo i dati di Banca d’Italia, il settore primario italiano non ha risentito, se non in maniera lieve, nel corso del 2015, della restrizione creditizia che ha colpito gli altri settori.
Il livello degli impieghi concessi al settore si è, infatti, assestato sui 44 miliardi di euro, registrando un aumento dello 0,5% rispetto al 2014. Si può, conclude il Rapporto, confermare che anche nel 2015 l’agricoltura italiana è stata interessata in maniera marginale dal fenomeno del credit crunch, che influenza l’economia italiana dal 2012.

(Fonte: Ansa)