Sezioni


Prende fuoco la polemica sul riscaldamento a biomassa


Fiper, Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, non ci sta e punta il dito contro i risultati dello studio “Studio comparativo sulle emissioni da apparecchi a gas, GPL, gasolio e pellet” commissionato da Assogasliquidi e Anigas a Innovhub pubblicato e presentato a Roma lo scorso 26 ottobre 2016.

Commenta così Walter Righini, presidente della Fiper: “Innovhub è una società speciale della Camera di Commercio di Milano e dovrebbe mantenere un approccio super partes e non guidato dagli interessi del committente. Nello studio Innovhub non vi è nessun riferimento alla performance ambientale degli impianti di teleriscaldamento a biomassa e la comparazione avviene esclusivamente con gli impianti a biomassa domestici. Ma la cosa più assurda è che solo ieri, ovvero post pubblicazione dello Studio, Innovhub ha richiesto a Fiper la disponibilità a valutare i valori emissivi dei grandi impianti di Teleriscaldamento alimentati a biomassa”.

Ormai è una storia che si ripete ciclicamente; già nel 2012 uno studio Nomisma promosso, guarda caso, da Assogasliquidi additava all’impiego delle biomasse legnose a fini energetici la principale causa di produzione di polveri sottili e il mancato introito derivante dalle accise.

Inoltre è emblematico quanto accaduto lo scorso anno e segnalato da Fiper quando l’Enea ha pubblicato uno studio commissionato ancora una volta da Assogasliquidi e Anigas, le associazioni rappresentative dei settori gas naturale e liquefatto, sui danni alla salute e sull’inquinamento che provocherebbe l’impiego della biomassa a fini energetici.

“Continua la caccia alle streghe – commenta ancora Walter Righini – nell’uso delle biomasse legnose per la produzione di calore domestico. Strane coincidenze: al momento dell’avvio della stagione invernale e all’attivazione del conto termico che favorisce la sostituzione di apparecchi obsoleti a legna, gasolio e gpl viene pubblicato lo “Studio comparativo sulle emissioni di apparecchi a gas, Gpl, gasolio e pellet” messo a punto da Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria promosso da Assogasliquidi e Anigas”.

Peccato che Innovhub non abbia analizzato, all’interno dello studio comparativo, anche il contributo alla riduzione delle emissioni derivanti dal servizio di teleriscaldamento a biomassa legnosa vergine. L’invito quindi all’azienda speciale della Camera di Commercio di Milano di mantenere un approccio scientifico omnicomprensivo e super partes. Infatti, gli effetti sulla qualità dell’aria variano considerevolmente in funzione anche dei sistemi di filtraggio, della manutenzione/ gestione dell’apparecchio e della qualità del combustibile. Un efficiente sistema di depolverazione, dotato di cicloni e filtri a maniche e/o elettrostatici, finalizzato a impianti di teleriscaldamento a biomassa legnosa vergine della potenza compresa tra 5-20 MWt, è sufficiente a soddisfare i requisiti emissivi previsti per legge e raggiungere i quantitativi prodotti dal gasolio. Oltretutto, a volte i risultati ottenuti dagli impianti sono bel al di sotto dei limiti richiesti dal legislatore come testimoniano gli studi fatti da Arpa Lombardia sulla qualità dell’aria.

Per raggiungere un’ulteriore significativa riduzione delle emissioni Regione Lombardia, all’interno del Pria (Piano Regionale per gli Interventi della qualità dell’Aria), ha previsto tra le diverse misure legate al riscaldamento efficiente, di promuovere reti di teleriscaldamento a biomassa dotati di multi filtri e di vietare l’impiego di apparecchi a legna di qualità inferiore a 3–4 stelle.

Per chi volesse approfondire le performance ambientali degli impianti di teleriscaldamento a biomassa, è possibile prenotare il libro: “Biomasse legnose: petrolio verde per il teleriscaldamento italiano” in cui tra i diversi temi trattati, Arpa Lombardia e Arpa Umbria illustrano i risultati delle analisi condotte sui vari impianti di teleriscaldamento a biomasse censiti. Per prenotazione inviare mail a: ufficiotecnico@fiper.it