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Premi vitelli, Agrinsieme denuncia discriminazioni


Agrinsieme contesta duramente un decreto del Ministero delle Politiche agricole che stabilisce che i premi cosiddetti ‘accoppiati’ per i vitelli siano assegnati solo agli allevatori le cui vacche sono iscritte ai Libri genealogici tenuti dalle Associazioni provinciali o regionali degli allevatori (Apa o Ara).
“E’ una restrizione inaccettabile che penalizza gli allevamenti andando inoltre contro la logica dei regolamenti europei sui pagamenti accoppiati – interviene Lodovico Actis Perinetto, presidente Cia Piemonte – che è quella di sostenere i settori in difficoltà”.
In base agli ultimi dati disponibili gli allevamenti aderenti all’Aia (Associazione italiana allevatori) sarebbero a livello nazionale poco meno di 20 mila unità, pari a circa la metà del totale di tutti quelli attivi. Le vacche controllate sono il 60% del patrimonio italiano di lattifere. Di conseguenza la scelta eseguita con il decreto del Mipaaf esclude dall’accesso degli aiuti di settore poco meno della metà degli allevatori italiani.
“In un clima di grande difficoltà che interessa tutto il comparto agricolo ed in particolare quello zootecnico – prosegue il vice Presidente regionale Gabriele Carenini – riteniamo non condivisibile e discriminatoria la scelta di obbligare le aziende che vogliono percepire il premio per vitello nato ad iscrivere le vacche ai relativi Libri genealogici che, ricordiamo, non è adempimento obbligatorio, ma del tutto volontario”.
A tale proposito le Organizzazioni professionali che costituiscono Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Copagri, Legacoop e Confcooperative) si sono rivolte alla Commissione europea chiedendo che tale disposizione venga modificata permettendo l’accesso al contributo a tutti gli allevatori che ne hanno diritto ed in regola con le normative vigenti.