Sezioni


Precipita la crisi del mercato suinicolo


Nonostante che il patrimonio suinicolo nel 2013 sia risultato in forte calo, situazione che dovrebbe trovare conferma per il 2014 e che risente degli effetti della normativa sul benessere animali, crollano i prezzi e gli allevatori vendono in perdita in una situazione in cui le relazioni interprofessionali sono interrotte.
“Gli allevatori suinicoli – interviene il presidente della Cia del Piemonte Roberto Ercole – denunciano e condannano l’irresponsabilità della parte di filiera a valle della produzione che compromette le stesse prospettive delle produzioni salumiere di qualità. E’ inaccettabile che le quotazioni nazionali dei suini non riconoscano il differenziale di qualità dei nostri suini dedicati alle nostre denominazioni rispetto alle produzioni europee”
Il prezzo del suino, infatti, in dodici mesi è sceso del 15 per cento (confronto ottobre 2012 con ottobre 2013), con costi di produzione che per lo stesso periodo sono cresciuti di quasi il 10 per cento.La conseguenza è che gli allevatori di suini vendono in perdita, mettendo in discussione la sopravvivenza del settore e la stessa fornitura delle filiere di qualità.
La Cia osserva inoltre che i rapporti interprofessionali con l’industria di macellazione si sono interrotti: “è ormai da due mesi che la Cun (Commissione unica nazionale per la determinazione anticipata del prezzo) vede l’assenza dei rappresentanti dei macelli riportando le contrattazione a livello di Borse merci provinciali. Il rischio reale è giungere a un mercato selvaggio, tutto ciò alla vigilia della stipula dei contratti annuali tra macellatori e allevatori che non potranno, come di consueto, avere un riferimento del prezzo.
Di fronte a questa drammatica situazione la Cia dell’Emilia Romagna denuncia come gli allevatori non possano più sopportare questo clima di incertezze senza prospettive economiche per il futuro, con il rischio di un mercato selvaggio che non tenga conto dell’interesse a medio-lungo termine della filiera.
Si tratta di un atteggiamento ingiustificato e provocatorio nei confronti del Ministero delle politiche agricole e delle regioni che hanno sostenuto e patrocinato nel 2008 l’accordo di filiera con le parti agricole.
La Cia chiede pertanto un impegno straordinario al Ministero e alle Regioni nel rispetto dell’intesa e nella predisposizione di tutte le azioni utili a dare reali prospettive al settore che, va ricordato, è la base per la produzione del nostro made in Italy della salumeria.
La prossima pubblicazione del nuovo regolamento sulle Ocm (Organizzazioni comuni di mercato) offre strumenti per rafforzare l’aggregazione della produzione e le relazioni interprofessionali, prevedendo lo strumento della regolamentazione delle produzioni dei prosciutti Dop. “Regolamentazione che non può essere attuata senza riconoscere il ruolo di partecipazione alla programmazione dei suinicoltori”, sottolinea ancora la Cia.
“Dobbiamo favorire e sostenere le iniziative in corso per l’attuazione della normativa sul Sistema qualità nazionale relativa al settore suinicolo – conclude la Cia – finalizzata inoltre a dare valore alle carni suine fresche provenienti da suini allevati con le tradizionali metodologie di qualità”.