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Porro di Cervere i segreti della salute


La coltivazione del porro di Cervere deve la sua eccellenza non solo per le qualità organolettiche legate ad un territorio così particolare ma anche alla sua salubrità. Affrontiamo l’argomento con due espertissimi in materia: Davide Mondino, agronomo, e Mauro Graglia, agricoltore che da anni utilizza prodotti naturali per la coltivazione del porro.
“Il porro – spiega Mondino, uno dei massimi esperti tecnici nella coltivazione del tipico ortaggio – è suscettibile a numerose malattie ed attacchi parassitari per cui è buona norma effettuare una attenta prevenzione. Per questo il terreno va arricchito con sostanza organica per stimolare i processi di umificazione che liberano nel terreno i sali minerali di cui ha bisogno la pianta mentre, con la coltura già in atto, soprattutto in annate piovose, va garantita la copertura fogliare con prodotti rameici, meglio se a base oleosa (Heliocuivre®) per un persistenza duratura sulle foglie. In aziende con problemi storici di malattie fungine (peronospora), nei programmi fitoiatrici può essere utile l’aggiunta di Tricoderma sia per via fogliare o in prevenzione sul terreno (presemina) con inoculi micorrizici contenenti antagonisiti fungini, quali Tricoderma, Glomus, ecc.., (Rizocore®). Contro i principali parassiti (afidi, tripidi, mosca del porro, ecc..) esistono invece prodotti a base di azadiractina (NeemAzal®) e spinosad che assicurano una buona protezione se utilizzati nei modi e tempi giusti”.
Da alcuni anni a Cervere, nella coltivazione del porro, si è diffuso l’utilizzo di insetti utili, in particolare l’Amblyseius cucumeris, un acaro fitoseide predatore di tripidi (Amblipak®).
L’azienda agricola di Maero Monica e Mauro Graglia, associata alla Cia di Cuneo, ha partecipato fin dall’inizio della sperimentazione a questo progetto di lotta integrata con l’assistenza del dottor Mondino, contitolare della società L’agrotecnico di Cuneo.
“Uno dei principali parassiti del porro è il tripide – informa Mauro -, che, attraverso delle punture, provoca lesioni fogliari e conseguenti danni produttivi. Sia per combattere questa infestazione che, in generale per tutte le altre, per l’intero arco temporale della coltivazione, la nostra azienda utilizza metodi di produzione a basso impatto ambientale, prevedendo l’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione, allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori. Ad esempio utilizziamo lo zolfo in caso di presenza di eriofidi, il rame nel contenimento delle malattie fungine (botrite, ruggine, ecc..) e prodotti induttori di resistenza, quali il V.PlaaskZn, in grado di migliorare le risposte immunitarie del vegetale ed aumentare le sue capacità naturali di difesa riducendo notevolmente l’utilizzo di anticrittogamici ed insetticidi”.