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Polvere di latte, è l’ora di attivare accordi di filiera virtuosi per la primissima infanzia


Ritirate oltre 12 milioni di scatole di latte in polvere per l’infanzia a rischio salmonella. Per questa malattia, in Europa sono scattati ben 455 allarmi che è il pericolo per contaminazione microbiologica più diffuso negli alimenti. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sull’ultima relazione annuale sul sistema di allerta rapido degli alimenti e dei mangimi in Europa (RASFF).

“In tutti i casi di allarmi legati a prodotti alimentari, è emerso che, con la globalizzazione degli scambi commerciali e delle informazioni, le emergenze si diffondono rapidamente nei diversi Paesi e continenti e che le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio, con pericolose conseguenze per la salute dei cittadini ma anche sul piano economico – affermano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale –; la volontà deve essere quella di incentivare la produzione ed il consumo del latte in polvere Made in Italy, ad oggi in gran parte importato dall’estero, non solo per i bambini, che sono sicuramente la fascia più a rischio, ma anche per la preparazione di tutti i prodotti dolciari. L’invito è a generare accordi di filiera virtuosi, come quello del polverizzatore Inalpi-Ferrero, che, oltre a dare impulso all’economia del territorio, garantiscano ai consumatori prodotti di cui è possibile tracciare la provenienza, a garanzia di una sana e corretta alimentazione. L’etichettatura ha sicuramente una grande importanza, in questo l’Italia  ha svolto un ruolo di leader in Europa – concludono Revelli e Rivarossa – che ha portato all’emanazione di provvedimenti nazionali per indicare l’origine in etichetta che hanno riguardato il latte uht ed i suoi derivati, il grano impiegato nella pasta ed il riso. Certo circa ¼ della spesa resta anonima e si tratta ora di consentire scelte di acquisto consapevoli ponendo fine a ritardi, omissioni e contraddizioni che obbligano in tutta Europa, ad esempio, ad indicare in etichetta l’origine della frutta fresca ma non di quella trasformata. Auspichiamo, dunque, che in un prossimo futuro si possa arrivare a produrre del latte in polvere per la primissima infanzia che ad oggi manca”.